Per i pendolari lombardi, quella di mercoledì 9 maggio è stata l'ennesima giornata di passione. Ritardi, cancellazioni, convogli affollati e senza riscaldamento (o senza aria condizionata), purtroppo, non sono un'eccezione. Come se tutto ciò non bastasse, ieri mattina, un guasto al convoglio Trenord S6 n.10621 ha decisamente rovinato la giornata ad un centinaio di persone.
Il guasto
Il treno, partito alle 7:18 da Novara, sarebbe dovuto arrivare a Treviglio (BG) alle 9:05, fermando in diverse stazioni di Milano. Invece, poco dopo le 8:50, tra la stazione di Pregnana Milanese e quella di Rho, il convoglio si è fermato in piena campagna ed è stato necessario rimorchiarlo e spingerlo fino alla fermata di Rho, dove è giunto intorno alle 10:30. Ovviamente, il guasto ha avuto ripercussioni sull'intera linea, causando cancellazioni e ritardi a cascata.
Il danno e la beffa
A bordo del convoglio Trenord S6 Novara-Milano c'erano centinaia di passeggeri - perlopiù pendolari - rimasti letteralmente prigionieri di carrozze non dotate di aria condizionata e con finestrini bloccati che, nel giro di pochi minuti, si sono fatte roventi.
In molti, dunque, hanno pensato di scendere dal treno, aprendo le porte per poter respirare un po' d'aria fresca. E così, lungo la massicciata si sono ritrovate decine e decine di persone ignare che questo gesto sarebbe potuto costare davvero caro. Infatti, sia il macchinista che il capotreno avevano chiesto di non lasciare le carrozze e di non uscire dal convoglio. Come riporta il quotidiano "Corriere della Sera", una decina di passeggeri sono stati raggiunti da alcuni agenti della Polfer della vicina stazione (diretta dall'ispettore Infante) e sono stati scortati in sicurezza, dopo le procedure d'identificazione, fino a Rho.
Al momento, gli agenti non hanno comminato alcuna multa, ma è stata comunque aperta un'indagine.
Trenord, infatti, afferma che i pendolari che hanno deciso di scendere dal treno hanno, di fatto, rallentato le operazioni di soccorso. In casi come questi, la legge prevede una sanzione di 516 euro. I passeggeri, ovviamente, non ci stanno e replicano: "le vittime siamo noi; le carrozze erano strapiene ed anche i bagni erano inagibili".
Il calvario dei pendolari
Solo un mese fa, i pendolari lombardi si erano ritrovati alla stazione di Milano Porta Garibaldi per protestare. Dopo il terribile incidente di Pioltello, infatti, la situazione è addirittura peggiorata, mentre Trenord continuerebbe ad accampare delle scuse. Nel mese di marzo ci sono state più di 700 soppressioni e quasi 350 variazioni di percorso.
Ogni giorno è un vero e proprio calvario, e il senso di sicurezza risulta gravemente compromesso. Per il presidio si era scelto lo slogan "È sempre troppo tardi": troppo tardi per nuovi treni, per nuove assunzioni, per sistemare le troppe cose che lungo i binari della Lombardia non funzionano.