Ore 10:00. Via del Tritone. Roma. Ennesimo caso di incendio di un mezzo pubblico; questa volta tocca alla linea 63 dell'Atac che, ad una sola fermata di distanza da Largo Chigi, prende improvvisamente fuoco mettendo a rischio l'incolumità dei passeggeri e dell'autista.

Fortunatamente, grazie al repentino intervento dei vigili del fuoco che sono riusciti a metter fine alle fiamme divampate, non si è registrato nessun ferito e nessun morto.

Non è certo il primo caso pero' di incendio di mezzi pubblici. A onor del vero, non sono solo gli autobus a prendere fuoco, bensì altrettanti veicoli di privati.

È vero però che ci si aspetta da un un bus non solo che il servizio sia il più possibile efficiente, ma anche non rischioso.

Fa venire la pelle d'oca il pensiero di poter rimanere feriti su un mezzo di servizio come un autobus magari preso per andare a lavoro o ad accompagnare il proprio figlio a scuola o ancora più semplicemente solo per fare un giro panoramico della città. È altrettanto vero però, che si può morire investiti da un uomo al volante sotto effetto di stupefacenti, essere colpiti da un proiettile di un malvivente che aveva come bersaglio un altro individuo o scivolare giù da un dirupo accidentalmente: si chiama destino.

Non facciamo dunque allarmismo, non condanniamo Atac e la sua professionalità.

È successo anche a Tper (Bologna), Atm (Milano) o a Gtt (Torino): sono incidenti e possono capitare.

Ci siamo già dimenticati il 7 dicembre e il bus 27 in via Mazzini a Bologna che iniziò improvvisamente a fumare dal vano motore facendo allarmare tutti i passeggeri e costringendo il 115 ad accorrere frettolosamente per evitare lo scoppio di un incendio?

O l'8 marzo scorso in via Comasina (Mi) l'autobus che ne uscì carbonizzato? O il 31 maggio 2017 quando in pieno centro, via Pietro Micca (To), ci sono volute due squadre i vigili del fuoco per domare le fiamme che hanno avvolto l'autobus della linea 56?

Non è infatti la prima volta che un autobus va in fiamme per un guasto, un sovra riscaldamento del motore o altri ancora sconosciuti motivi.

Il boato per cui sembra provenire, non tanto da quell'autobus circondato da quel fumo nero come la pece, quanto dai cittadini e dai giornalisti che in quest'ultimo periodo non aspettano altro che puntare il dito contro una Roma capitale tanto odiata per essere la città per eccellenza dei dibattiti e delle lotte al potere, della ricchezza ma anche per certi aspetti della vergognosa trascuratezza.

Atac come da protocollo infatti ha fatto il suo lavoro. È stata aperta un'indagine interna per risalire alla causa che ha portato a questo pericoloso evento. Secondo i primi accertamenti si sarebbe trattato di un corto circuito dell'impianto elettrico dell'autobus. L'inchiesta però rischia di allargarsi ulteriormente ad altri episodi dell' Atac perché 30 autobus andati in fiamme durante il servizio negli ultimi 18 mesi sono troppi e questo è un campanello d'allarme per dare luogo ad un rinnovato e più sicuro servizio di trasporti, ovviamente, si spera, al più presto possibile.