A Jesolo, tra i tanti stabilimenti balneari, si trova il Top Market, apparentemente un supermercato come tanti. A ben guardare, però, tra gli scaffali del reparto vini, qualcosa attira l'attenzione. Si tratta di bottiglie di Vino molto particolari, la cui etichetta riporta immagini raffiguranti il mezzo busto di Hitler e la figura intera di Mussolini mentre esegue il saluto romano.
Il tutto è accompagnato da frasi, slogan e simboli tipici del mondo nazista e fascista. Tra l'altro, il supermercato vende anche tazze decorate con la croce di ferro, al costo di 5,90 euro. Le bottiglie di vino invece costano 10,50 euro l'una.
Il vino 'totalitario' alimenta un vero e proprio business
La scoperta della singolare rivendita è stata realizzata dal giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, che in un articolo intervista il proprietario del supermercato. Si tratta di Stefano Nopetti, che ha dichiarato di essere un elettore del Movimento Cinque Stelle e di non essere né nazista né fascista.
Alla base della sua scelta di vendere questo genere di prodotti ci sarebbe infatti un ragionamento puramente economico. "Finché la gente compra queste bottiglie di vino, e ne compra tante, io continuo a venderle", ha dichiarato il commerciante. Attorno ai prodotti rievocativi vi è un vero e proprio business, ha affermato Nopetti. Le vendite infatti ammontano a 1500 bottiglie a stagione.
"Comprano turisti di varia provenienza: italiani, francesi, austriaci, inglesi. Gli unici che si lamentano sono i tedeschi", ha precisato il gestore del Top Market. All'imprenditore jesolano è stato chiesto se abbia un'etica del commercio o sensibilità storica verso gli orrori del passato. Ma anche qui, egli ha ribadito che, sebbene sappia che la dittatura tedesca sia stata il male e insegni ciò a sua figlia, il business è un'altra cosa e va sfruttato.
Questo significa dunque che ci sono tante persone che comprano tali prodotti e alimentano questo discutibile mercato.
Vino e tazze non configurano reato finché la Legge Fiano non sarà approvata
Viene spontaneo chiedersi se questa condotta non costituisca il reato di apologia del fascismo. Qui bisogna fare chiarezza. L'apologia è punita penalmente dalla Legge Scelba del 1952 che vieta la costituzione di movimenti, associazioni o gruppi con caratteristiche e finalità proprie del disciolto partito fascista.
Nel caso in questione sarebbe applicabile invece la Legge Fiano, che incrimina la propaganda di immagini e contenuti ideologicamente schierati con la dittatura e anche la produzione distribuzione, diffusione, o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli chiaramente riferiti al fascismo o nazismo.
Tuttavia, questa legge, approvata alla Camera, attende ancora di essere discussa in Senato.
L'attività svolta dal signor Nopetti non è dunque punibile attualmente, anche se moralmente deprecabile. Egli ha infatti affermato che, quando un giudice gli vieterà la vendita di questo tipo di prodotti, smetterà di venderli. Ma finora non è successo e un gip di Bolzano ha escluso la configurazione del reato di apologia.