Tempo fa se ne era già parlato, ma questa settimana dalle parole si passerà ai fatti e la proposta di legge del Partito Democratico, con primo firmatario e relatore il deputato Walter Verini, sarà esaminato. Il DL è stato incardinato in Commissione Giustizia alla Camera, che sarà chiamata all’esame ed alla valutazione del provvedimento. Si tratta di una stretta alla cosiddetta propaganda del regime fascista o nazista, una proposta che mira a contenere, punendo drasticamente chiunque adotti condotte che richiamano a quelle ideologie. Ecco di cosa si tratta e cosa prevede questo atto che sicuramente farà molto discutere.

Pene severe

In settimana, quindi, la proposta sarà esaminata ed è probabile che le discussioni sul provvedimento saranno soprattutto sull'asse destra-sinistra estreme. Critiche arriveranno sul fatto che nulla viene vietato e punito per quanto riguarda le ideologie comuniste rispetto a quanto si vorrebbe fare per quelle che richiamano alla destra radicale. A dire il vero, l’ordinamento vigente prevede già leggi che puniscono l’apologia di reato per il fascismo o nazismo, tipico esempio la Legge Scelba. Il ddl in questione, però, contesta il fatto che esistono fattispecie di atti e comportamenti che le norme vigenti non puniscono e che invece andrebbero punite. Il richiamo alla Legge Scelba è inserito in relazione illustrativa della proposta e indica nel saluto romano un atteggiamento da contrastare penalmente, come più volte confermato da sentenze della Corte di Cassazione. Da 6 mesi a 2 anni di carcere, questa la sanzione che il ddl vorrebbe proporre per chi viene colto a fare il saluto romano.

Commercio e internet

La proposta non si ferma al saluto romano, ma va anche oltre. Infatti, stessa pena detentiva per chi commercia in souvenir che richiamano alle ideologie nazi-fasciste. Quante volte negli scaffali di negozi e botteghe o sulle bancarelle dei venditori ambulanti si vedono bottiglie di vino con immagini o frasi che richiamano a Mussolini o Hitler, oppure oggettistica varia con lo stesso oggetto?

Anche questa fattispecie di comportamenti rientra tra quelli non previsti dalle norme vigenti e che il ddl vuole punire. Divieto assoluto di commerciare questa oggettistica, quindi, per non rischiare il carcere. Pene severe, dunque, ma che diventano ancora più dure se tali comportamenti ed atteggiamenti vengono fatti in rete.

In linea con i tempi infatti, il DDL prevede una maggiorazione delle pene per gli stessi comportamenti fatti sul web, nei social e così via. Le pene previste diventerebbero in questo caso tra gli 8 ed i 32 mesi.