Soffocata da uno 'stupido' boccone di cibo. Maia Croitoru, moldava di 28 anni, che viveva a Trento con il marito Victor Chirica e il figlio di due anni, non ce l'ha fatta: è morta ieri all'ospedale cittadino di Santa Chiara. Due giorni prima, se ne era andato il bambino che aspettava: era stato fatto nascere prematuramente nel disperato tentativo di salvarlo. Maia era alla 28esima settimana di gravidanza quando quel che stava mangiando nel corso di un normale pasto domestico le è andato di traverso.
Boccone killer stronca una famiglia
Sabato scorso Maia era nella sua abitazione di via dell'Asilo, a Roncafort, località nel comune di Trento, in compagnia di sua sorella, quando durante la cena le è andato di traverso un boccone. Un banale incidente domestico è stato purtroppo l'inizio di una tragedia irreversibile che ha stroncato la sua vita e quella della creatura che aveva in grembo.
La donna di origine moldava, in Italia da nove anni con il marito, lavorava come badante e collaboratrice domestica ed era alla 28esima settimana di gravidanza. Dopo essersi sentita male è svenuta. La sorella ha cercato di liberarle le vie respiratorie, ma le manovre di disostruzione non sono semplici da praticare specie su una donna incinta per chi non le padroneggi.
La sorella ha subito chiamato il 118. Maia è stata trasportata in codice rosso all'ospedale Santa Chiara e intanto è stato allertato il marito Victor Chirica. Ricoverata in terapia intensiva, non si è mai ripresa: troppo il tempo in cui era rimasta senza respirare riportando danni cerebrali gravissimi.
Vista la criticità del caso, i medici hanno deciso di far nascere il bambino con parto cesareo d'urgenza in quella stessa maledetta notte di sabato 2 giugno. Il piccolo, sofferente per mancanza d'ossigeno, era stato subito ricoverato in terapia intensiva neonatale, ma non è riuscito a sopravvivere e dopo quattro giorni di agonia è morto lo scorso mercoledì. La mamma se ne è andata ieri, a distanza di due giorni dal bimbo nato di sette mesi che il papà aveva voluto chiamare Christian.
I medici non avevano mai sciolto la prognosi per la donna e per il neonato, né nascosto ai familiari la gravità della situazione.
Il generoso gesto del marito
Victor, il marito della donna, descritto da tutti come un gran lavoratore, quando ha saputo che neanche sua moglie ce l'aveva fatta, che il miracolo invocato non c'era stato, ha fatto un gesto estremo di generosità. Ha autorizzato l'espianto degli organi di sua moglie con la speranza di salvare altre vite.