È durata meno di 30 ore la fuga di Nicolae Istrati, il romeno di 34 anni che ha sequestrato, legato e violentato una barista cinese a Piacenza. È stato arrestato a Milano, in zona Viale Forlanini, mentre camminava a piedi. Non avrebbe dovuto trovarsi lì, e non avrebbe dovuto trovarsi nemmeno a Piacenza. L'uomo, infatti, stava scontando una condanna per altri reati, e avrebbe dovuto essere ai domiciliari.
Immediata la reazione del ministro dell'Interno Salvini, il quale ha chiesto: "Solo carcere e castrazione chimica".
La ricostruzione dei fatti e la violenza
A ricostruire l'agghiacciante vicenda ai carabinieri di Piacenza è stata la stessa vittima. Le forze dell'ordine, accorse dopo essere state allertate dai vicini che avevano udito delle grida provenire dal bar, si sono imbattute nella donna cinese in evidente stato di shock.
Era quasi l'ora di chiusura quando, nel locale, si è presentato un uomo. Approfittando del fatto che in quel momento non vi fossero altri avventori, il 34enne avrebbe legato e imbavagliato la donna, per poi violentarla ripetutamente.
Pare che nel frattempo abbia anche mangiato e tentato di scassinare le macchinette del videopoker. La barista, sfruttando un momento di distrazione del suo aguzzino, si è liberata ed è scappata in strada urlando. L'uomo, a quel punto, è fuggito a piedi. Nel momento in cui si sono apprese le sue generalità, è scoppiata la polemica.
Violenza a Piacenza: l'uomo era agli arresti domiciliari
Sta facendo molto discutere, naturalmente, il fatto che il romeno non avrebbe dovuto trovarsi fuori casa a quell'ora di notte. Infatti stava scontando una condanna per altri reati pregressi, ed aveva l'obbligo di rimanere ai domiciliari. Aveva la facoltà di uscire di giorno per lavoro, ma la sera doveva rientrare.
Ai reati che già stava scontando si andranno ora ad aggiungere le accuse di sequestro, violenza sessuale, tentata rapina, lesioni ed anche evasione per avere eluso l'obbligo di rimanere nella sua abitazione. Al momento, il 34enne è agli arresti nel carcere milanese di San Vittore.
Matteo Salvini invoca la castrazione chimica
Con un post su Facebook, il ministro dell'Interno ha commentato l'episodio, sottolineando due aspetti. Il primo è l'elogio alle forze dell'ordine per la rapidità con la quale hanno arrestato l'uomo; il secondo è il richiamo alla tanto discussa castrazione chimica per questo tipo di reati.
Relativamente alla cattura, in effetti i carabinieri si sono comportati egregiamente. Sotto la coordinazione del sostituto procuratore Emilio Pisante, hanno fatto partire una vera e propria caccia all'uomo.
Istrati, dopo la violenza, era tornato a casa per prendere alcuni indumenti, ed aveva anche ben pensato di licenziarsi con un messaggio inviato al proprio datore di lavoro. Una fuga ben congegnata quindi, finita però meno di 30 ore più tardi.
Questo è il post che Matteo Salvini ha pubblicato sul suo profilo Facebook. Non è la prima volta che si parla di castrazione chimica, una misura con la quale si dice che gli impulsi sessuali ingestibili degli stupratori potrebbero essere soppressi con i farmaci. Fa molto discutere anche la recidività dell'uomo arrestato che, nonostante fosse già stato condannato, si sentiva comunque libero di uscire di casa e commettere altri crimini. Tolleranza zero per il vicepremier, il quale ha letteralmente parlato di "galera e castrazione chimica".