Michael, un giovane ragazzo di tredici anni residente a Lansing in Michigan, era stato preso di mira dai bulli della sua scuola. Il ragazzo frequentava la Everett High School e sia all'interno della sua scuola, che sul bus che prendeva tutti i giorni, veniva continuamente deriso per il suo aspetto fisico. I bulli lo prendevano in giro perchè portava gli occhiali, a volte le bretelle e perchè grasso.

Le aggressioni non erano solo verbali, ma anche fisiche: spesso il ragazzo veniva anche picchiato. La costante umiliazione non era più sopportabile da parte di Michael, che aveva tentato il suicidio già un'altra volta.

Michael, morto suicida a causa dei bulli

Il 13enne era entrato in un tunnel e non sapeva come uscire dalla situazione che si era venuta a creare. La sua scuola non era riuscita a far nulla per aiutarlo. La madre di Michael, Joanna Wohlfert, ha rivelato di aver tentato più volte di mettersi in contatto con la Everett High School dopo aver scoperto che suo figlio era stato preso di mira e che il suo rendimento scolastico era drasticamente calato.

Alle sue richieste d'aiuto non aveva mai ricevuto un riscontro effettivo, fino a quando a gennaio non è poi riuscita ad entrare in contatto con la dirigenza della scuola.

La preside Priscilla Ellis aveva assicurato a Joanna di indagare sulla questione, ma per farlo aveva bisogno di sapere i nomi dei bulli che avevano preso di mira Michael. Il ragazzo però, preso dalla paura di una qualche possibile ripercussione, si è rifiutato di dire i nomi. Il ragazzo era terrorizzato ed il 23 gennaio ha tentato per la prima volta il suicidio nella sua casa, dove è stato però salvato e sottoposto in seguito ad una cura antidepressiva. Due giorni dopo però, Michael ci ha riprovato e purtroppo questa volta è morto.

Le parole della madre

La mamma di Michael descrive il figlio come un ragazzo molto tranquillo e che adorava frequentare le lezioni a scuola. A causa dei bulli però, quando poteva evitava di andare a scuola all'insaputa dei genitori, accumulando diverse assenze. La donna ha raccontato che il 23 gennaio, quando il 13enne ha tentato per la prima volta il suicidio, l'assistente preside è venuta a trovarlo in ospedale, ma prima non si era mai interessata alla situazione. Adesso la polizia del posto sta svolgendo alcune indagini sul drammatico avvenimento. Nel frattempo tutta la cittadina si è stretta attorno al dolore della famiglia.