Passeggiando per strada o nei parchi pubblici, purtroppo, è tutt'altro che raro imbattersi in qualche "ricordino maleodorante". Nonostante esista una precisa normativa, infatti, chi ha un cane talvolta non rispetta l'obbligo di portare con se paletta e sacchetto per rimuovere le deiezioni di Fido. Così, per risolvere il problema, a Cherasco (comune in provincia di Cuneo), il gruppo di minoranza ha presentato una proposta particolare: prelevare il Dna dai bisognini abbandonati.

La proposta

Il gruppo di minoranza «Cherasco Viva», qualche tempo fa, ha voluto portare all'attenzione del Consiglio comunale il problema delle deiezioni abbandonate nei parchi pubblici e sui marciapiedi. Molti padroni, è un dato di fatto, non puliscono i "ricordini" dei loro quattro zampe e questo si ripercuote non solo sul decoro urbano, ma anche sulla Salute di persone e animali.

Tra le soluzioni presentate con una mozione per risolvere la questione vi è quella di effettuare un test Dna sulle feci in modo da identificare l'animale colpevole e di conseguenza il suo maleducato padrone.

Claudio Bogetti, sindaco del centro piemontese, ha dichiarato: "Si tratta di una proposta da prendere in considerazione, anche se è necessario valutarne l'effettiva fattibilità".

Poi ha ricordato che un'iniziativa simile (denominata “Con il Dna di Fido, io mi fido”), da pochi mesi è già stata adottata nel comune di Carmagnola, in provincia di Torino.

Il progetto

Il progetto torinese è stato elaborato presso il centro di Neuroscienze e genetica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Il dottor Pierluigi Acutis, responsabile del laboratorio, ha spiegato: "Poter contare su una banca dati genetica dei cani presenti sul territorio è utile anche al fine di contrastare determinate malattie, per combattere il fenomeno del’abbandono ed il traffico illegale di animali".

Il primo passaggio dell'iter prevede, attraverso un semplice tampone salivare (assolutamente non invasivo per il cane) la rilevazione del Dna.

Poi, in seguito all'analisi in laboratorio si arriverà alla realizzazione di una banca dati. Al momento, come spiega la direttrice dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale, la dottoressa Maria Caramelli, esiste solo una banca dati anonima che dovrebbe essere completata, al fine di arrivare al proprietario del cane, con un’Anagrafe canina. L'analisi del genotipo ha un costo di 20 euro.