Sulle braccia ha ancora i graffi che gli ha inferto il figlio: a soli due anni, ha provato a sottrarsi alla stretta mortale di sua madre. Dopo un lungo interrogatorio, Donatella Di Bona, 29 anni, avrebbe confessato di aver strangolato il figlio, Gabriel Antonio Faroleto, colpevole di piangere perché voleva tornare dalla nonna. Il dramma è accaduto in località Volla, a Piedimonte San Germano, paese in provincia di Frosinone.
"Me l'hanno ammazzato": urlava queste parole la donna, quando ieri pomeriggio verso le 16 e 30, sconvolta, aveva chiesto aiuto in strada dando ad intendere che il suo bambino fosse stato investito da un'auto. Ma la realtà dopo oggi sembrerebbe ben altra.
Avrebbe strangolato in strada il figlio perché piange
Due vite spezzate in pochi istanti: quella di un bambino di soli due anni, il cui corpo si trova ora su un tavolo dell'obitorio dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino, in attesa di essere sottoposto all'autopsia. L'altra vita, comunque irrimediabilmente compromessa, è quella di sua madre, Donatella Di Bona, fino a ieri incensurata, che l'avrebbe ucciso.
Da stamattina all'alba si trova nel carcere romano di Rebibbia. La tragedia forse si sarebbe potuta evitare: dalle prime sommarie informazioni, risulta che la donna soffrisse di problemi psichici ma non era seguita da uno specialista, né era mai stata in cura da nessuno.
Ieri pomeriggio, nel giro di pochi minuti è precipitata, fino ad arrivare al terribile epilogo, una situazione ordinaria che ogni madre ha sperimentato innumerevoli volte: la donna si trovava in strada a passeggio con il piccolo Gabriel in località Volla. Il figlio piangeva perché voleva andare dalla nonna. Poco prima, madre e figlio avevano incontrato il padre del bambino ed ex compagno della donna: nulla faceva presagire un infanticidio.
Il capriccio insistente del bambino ha fatto scattare la reazione violenta della madre che l'avrebbe soffocato stringendogli il collo e tappato la bocca fino a causargli la morte per asfissia. Il piccolo ha tentato di divincolarsi dalla stretta della madre graffiandola, ma il confronto è stato impari.
Morte a due anni: dalla bugia della madre alla possibile svolta
"Aiuto, me l'hanno ucciso!". Ieri pomeriggio Donatella Di Bona vagava in una stradina di campagna di fronte all'abitazione di famiglia: in braccio teneva il figlio esanime, come si è appurato poco dopo. Chiedeva disperatamente aiuto sostenendo che un'auto pirata l'aveva investito ed era scappata. Col bambino è andata a casa e una vicina ha praticato al piccolo il massaggio cardiaco di fronte alla nonna.
Il personale del 118, intervenuto anche con elisoccorso, ha cercato invano di rianimare Gabriel constatando che sul suo corpicino non c'era alcun segno d'investimento, ma altre tracce.
I Carabinieri della locale stazione intervenuti sul posto, hanno ritenuto improbabile che potesse essere avvenuto un investimento in un viottolo di campagna, ne hanno rintracciato auto incidentate. Il sospetto che l'ipotesi peggiore fosse la sola plausibile, ha trovato conferma con il trascorrere delle ore. La giovane, che presentava anche piccole ferite al collo e al volto, è stata portata in caserma mentre è stata perquisita l'abitazione.
Interrogata a lungo, tra contraddizioni e strampalate ricostruzioni, ha anche cambiato versione dei fatti dicendo di essere stata lei a investire accidentalmente il figlio mentre faceva manovra, ma la sua auto non aveva ammaccature.
Solo alle quattro di notte, è emerso l'orrore sospettato: la madre infatti avrebbe confessato ai carabinieri e al procuratore Valentina Maisto di aver ucciso il figlio. È scattato il fermo con l'accusa di omicidio volontario aggravato, ed è poi stata trasferita nella sezione femminile del carcere di Rebibbia.
Comunità sotto choc
Nella piccola frazione sono tutti sotto choc. Madre e figlio vivevano in una grande casa di campagna con la nonna che è distrutta, la bisnonna e un fratello. Sembrava che Donatella avesse rapporti civili con l'ex, il padre di Gabriel che ogni tanto andava a trovare il bambino, come aveva fatto ieri, e che è stato sentito a lungo dai carabinieri.
Più di qualcuno aveva notato che Donatella negli ultimi tempi stava male: quasi ogni giorno, veniva portata in ambulanza all'ospedale di Cassino per essere sottoposta a brevi ricoveri. È lo stesso ospedale dove ieri i Carabinieri l'hanno accompagnata per accertamenti. Sembra che soffrisse di attacchi di panico e crisi d'ansia, condizioni forse sottovalutate.