D'ora in avanti tutti gli automobilisti dovranno fare molta più attenzione quando si accingono ad effettuare un sorpasso nei confronti di una bicicletta o anche di uno scooter o di un motorino. La sentenza n° 32479 della Corte di Cassazione ha infatti rafforzato la tutela nei confronti di questi particolari mezzi di locomozione. Aumentando corrispondentemente la responsabilità penale dei conducenti degli automezzi in circolazione sulle nostre strade.

I fatti all'origine del giudizio della Corte

La Suprema Corte si è trovata di fronte al caso di un uomo che, mentre era alla guida del suo autocarro, aveva effettuato un sorpasso nei confronti di uno scooter senza mantenere una distanza adeguata dallo stesso. Di conseguenza, lo spostamento d'aria generato dalla manovra di sorpasso aveva fatto perdere l'equilibrio al conducente dello scooter, rivelatosi poi essere una ragazza. La giovane rovinava al suolo e finiva sotto le ruote dell'autocarro e di conseguenza la ragazza veniva dichiarata deceduta a causa del trauma subito. Come ha rivelato il tribunale di merito l'incidente era avvenuto in prossimità di una intersezione stradale.

Questo fatto ha portato alla violazione di quanto disposto dall'articolo 148, comma 12, del Codice della Strada che, espressamente, prescrive il divieto di sorpasso in presenza di intersezioni stradali. Non solo ma secondo il tribunale di merito il conducente dell'autocarro, durante la fase di sorpasso, non aveva posto attenzione a lasciare uno spazio sufficientemente ampio rispetto al tipo di veicolo di cui si stava effettuando il sorpasso. E questo, soprattutto se il veicolo che si sta superando è un motociclo o una bicicletta che, per loro stessa natura, sono soggetti ad un equilibrio molto più precario e instabile. Tanto più che il conducente dell'automezzo era un guidatore di mezzi pesanti, quindi un professionista che non poteva ignorare le normali regole di sicurezza e buon senso stradale.

Il tribunale di merito condannava il conducente dell'autocarro in base a quanto disposto dagli articoli 40 e 41 e 589, comma 2, del Codice Penale. La Corte d'Appello confermava la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione. Contro tale decisione il conducente dell'autocarro proponeva ricorso in Cassazione.

I motivi della decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del conducente e confermato la decisione della Corte d'Appello. I giudici di legittimità hanno chiarito che a causare la morte della giovane centaura era stato lo schiacciamento della sua testa da parte delle ruote dell'autocarro, in quanto il camionista non aveva mantenuto una adeguata distanza laterale di sicurezza che tenesse conto della natura del veicolo da sorpassare.

Inoltre, le condizioni della strada e la natura dei luoghi avrebbero dovuto suggerire al conducente di desistere dalla manovra di sorpasso aspettando di poterlo effettuare in condizioni di maggiore sicurezza. Cosa che non è avvenuta. Di conseguenza la Corte di Cassazione ha confermato la condanna dell'imputato.