Nel 2018 il numero dei morti e dei feriti sulle strade d'Italia è calato rispetto a un anno prima, anche se aumentano le vittime tra pedoni e conducenti di ciclomotori, mentre giovanissimi e anziani continuano a essere le fasce d'età più a rischio. Lo dice il rapporto annuale Aci-Istat diffuso oggi.

Dopo il picco del 2017 cala il numero dei morti

Nel 2018 si sono registrati 172.344 incidenti stradali con lesioni a persone, in calo rispetto al 2017 (-1,5%). I morti sono stati 3.325, compresi i 43 del Ponte Morandi di Genova (-1,6%) i feriti 242.621 (-1,7%), dicono i numeri dell'Istituto nazionale di statistica.

Tra le vittime, però, sono in aumento i pedoni (609, +1,5%), la "fascia debole" della mobilità, soprattutto in città, e i ciclomotoristi (108, +17,4%). Sale il numero di morti anche tra coloro che viaggiano su autocarri (188, +15,3%). Va meglio invece per i ciclisti (219, -13,8%).

In generale, le statistiche dicono che sono aumentati i morti in autostrada, ma è l'effetto del disastro di Genova del 14 agosto 2018. Senza quel dato, il numero delle vittime sarebbe sostanzialmente invariato, dice il rapporto Aci-Istat. Migliora invece la situazione sulle strade urbane (-4,4%) ed extra-urbane.

Chi sono le vittime? Il gruppo maggiore appartiene alla fascia dei 15-24 anni (413 morti: 12,4% del totale), seguiti dagli anziani tra i 70 e i 74 anni (222 morti: 6,7% del totale).

Ma in generale oltre il 50% dei morti sono quelli che Aci e Istat chiamano utenti vulnerabili: pedoni, ciclisti, ciclomotoristi.

L'Italia è sopra la media europea per numero di decessi sulle strade. "Ogni milione di abitanti, nel 2018 si contano 49,1 morti per incidente stradale nella Ue28 e 55,0 nel nostro Paese, che sale dal 18° al 16° posto della graduatoria europea", dice il rapporto.

"La riduzione media annua del numero di vittime della strada del nostro Paese, pari a 2,6% nel periodo 2010-2018, è inferiore a quanto stimato per l’obiettivo europeo - ormai irraggiungibile - di dimezzare il numero di morti in incidenti stradali entro il 2020", aggiunge Angedlo Sticchi Damiani, presidente dell'Automobile Club d'Italia.

La distrazione dei conducenti, il mancato rispetto della precedenza e l'eccesso di velocità (nel complesso il 40,8% dei casi) continuano a essere le prime cause di incidente stradale. Per questo l'Aci chiede corsi di aggiornamento o di guida sicura riservati ai conducenti, anche perché i giovani si confermano la categoria più a rischio. E una maggiore attività di controllo.

Tra le altre cause importanti, la mancanza della distanza di sicurezza (20.443 casi), manovre irregolare (15.192) e la mancanza di precedenza al pedone (7.243). Ma si segnalano anche oltre 7.000 incidenti per comportamento scorretto del pedone (3,2% delle cause).

Nel 2018 è calato anche il numero delle multe, ma il rapporto Aci-Istat spiega che è un dato probabilmente dovuto al calo dei controlli (e allo spegnimento dei Tutor la scorsa estate dopo una sentenza della Corte d'Appello). Tra le cause principali di sanzioni, il mancato rispetto di segnaletica, la violazione delle norme di sicurezza e l'uso del cellulare.