Non ha avuto alcun rispetto della donna che diceva di amare. L'operaio 45 enne Massimo Sebastiani, da amico a sedicente 'innamorato', era diventato talmente molesto che la 28 enne Elisa Pomarelli aveva deciso di non vederlo più. Gliel'ha comunicato chiaramente nel corso dell'ultimo pranzo della sua vita. Dopo mezz'ora, usciti dalla trattoria dove erano stati a mangiare domenica 25 agosto, lui l'ha strangolata nel cortile della sua casa. E' questa la ricostruzione che la procura di Piacenza, al lavoro per ricostruire l'omicidio della giovane donna, ritiene più attendibile.

Dall'ipotesi iniziale di sequestro, gli inquirenti erano passati presto a quella di omicidio e occultamento di cadavere: le immagini di una delle telecamere dell’azienda confinante con l’abitazione del 45enne e dove lui tra l'altro lavorava, punta proprio nella direzione del cortile del suo casolare a Campogrande di Carpaneto, in provincia di Piacenza, e avrebbe ripreso quanto avvenuto in quei pochi ma terribili istanti.

Sabato, dopo 13 giorni di latitanza, l'uomo è stato scovato nel solaio di un casolare abbandonato. Ha confessato l'omicidio e ha portato gli inquirenti sul luogo dove aveva sepolto Elisa.

La ricostruzione dell'omicidio

In questi giorni, molte persone hanno raccontato che l'operaio millantava in giro d'essere fidanzato con Elisa.

Alcuni credevano che fossero una coppia perché, da quando tre anni fa si erano conosciuti presso l'azienda del papà di lei, li vedevano spesso insieme. Erano accomunati dall'amore per la natura, la campagna e gli animali. Insieme avevano costruito un pollaio nel casolare dell'operaio, dove allevavano galline con l'idea di vendere uova. E proprio in quel pollaio, esplorato nei giorni scorsi dai Ris, sembrerebbe che lui l'abbia uccisa mezz'ora dopo il pranzo in trattoria. Al termine del pranzo avrebbero litigato, anche se a Luigi Farina, titolare del locale dove spesso andavano a mangiare, quella domenica erano parsi tranquilli: Massimo scherzava, lei di poche parole e riservata, come sempre.

All'uscita del locale, lei avrebbe cercato di fare l'autostop per andarsene a casa da sola, lui l'avrebbe convinta a salire nella sua auto per portarla nel pollaio con il pretesto di regalarle delle uova, e lì l'avrebbe strangolata.

Questo spiegherebbe l'assenza di tracce ematiche sul corpo. Quando più tardi, alle 14.47, le telecamere di un'area di servizio lo hanno ripreso mentre faceva benzina ed era apparso nervoso al gestore, probabilmente Elisa, già morta, giaceva nel bagagliaio.

Alle 15.30, avrebbe raggunto casa di Silvio Perazzi, l'ex suocero," per un veloce bicchiere di vino", come ha raccontato lo stesso Perazzi ai carabinieri. L'anziano è stato arrestato per favoreggiamento: nella sua villetta, forse Sebastiani avrebbe scaricato subito il corpo della ragazza, per poi girovagare e crearsi un alibi: in pomeriggio era stato visto in un bar, ma stranamente aveva i pantaloni bagnati. La sera era poi andato a cena con un'amica, per poi scomparire a piedi.

Al vaglio ora è il ruolo avuto nella vicenda da Perazzi: potrebbe averlo aiutato materialmente a trascinare il cadavere di Elisa nei boschi. Per i carabinieri dei Cacciatori di Sardegna, abituati a fare ricerche in luogi impervi, non è stato semplice raggiungere in località Sariano di Gropparello il corpo di Elisa nascosto sotto l'alveo di un torrente in secca, recuperato con l'aiuto dell'Unità speleo alpino fluviale dei vigili del fuoco.

Un macabro rito

Dopo averla uccisa e nascosta in un posto dove solo lui poteva arrivare, Sebastiani l'ha vegliata. Sembrerebbe infatti che non l'abbia sepola subito. Nell'interrogatorio, avrebbe confessato di averle dato anche la mano: un macabro rito come per averla tutta per sé, almeno da morta.

Dopo giorni, sentendosi braccato, le ha dato sepoltura scavando una buca profonda un metro e ricoprendola di foglie e pietre. Sul luogo, è stata trovata una pala, sequestrata dagli investigatori. In quegli stessi boschi che conosce bene, avrebbe vagato per giorni, nutrendosi di frutta e dormendo all'addiaccio. Questo spiegherebbe il riconoscimento da parte dei cani molecolari durante le ricerche di tracce di un giaciglio o comunque di un passaggio.

Gli ultimi quattro o cinque giorni, affamato e stanco, avrebbe chiesto aiuto all'ex suocero che gli avrebbe offerto ricovero e cibo nella sua villetta di campagna. Sebastiani avrebbe negato di essere stato aiutato nell'occultamento del cadavere, mentre l'amico finora ha fatto scena muta.

Entrambi sono rinchiusi nel carcere di Piacenza. Sebastiani nella sezione protetta, il padre della sua ex compagna no, ma entrambi sono tenuti a vista per il rischio che possano compiere qualche gesto estremo. E' previsto per domani l'interrogatorio di garanzia. A Borgotrebbia, intanto, la famiglia di Elisa è chiusa nel proprio dolore.