"Comprendo perfettamente i genitori del bimbo, chiunque di noi dovrebbe cercare di identificarsi con i genitori...quei genitori siamo tutti noi", con queste parole e con un lungo post su Facebook il ginecologo del Sant'Anna, dott. Silvio Viale, ha voluto spiegare cosa significa veramente avere a che fare con una malattia rara e grave come quella che ha colpito il piccolo Giovanni.

Viale ha, quindi, voluto difendere i genitori del bimbo dalle feroci critiche.

Il dottore ha invitato tutti a cercare sul web foto di bambini affetti dalla sindrome per capire di cosa si parli veramente ed ha affermato che c'è da augurarsi che il piccolo non sopravviva mentre è necessario garantirgli un'assistenza adeguata in un ambiente riservato ed accogliente per il periodo necessario. Il dottor Viale ha poi chiesto di non ergersi a giudici attaccando i genitori ma di pensare che chiunque avrebbe potuto fare la stessa scelta, trovandosi nelle medesima situazione. "Non dobbiamo essere eroi ma rimanere pietosi nelle avversità, senza l'arroganza di ergersi a giudici di quello che pensiamo non saremo mai" ha concluso il dott.

Viale.

La storia del piccolo Giovannino

Giovannino è nato circa cinque mesi fa all'ospedale Sant'Anna di Torino e non è stato concepito con fecondazione eterologa, come trapelato in un primo tempo. Il bimbo è affetto da una rarissima malattia incurabile (Ittiosi Arlecchino) e, per questo, i suoi genitori hanno deciso di abbandonarlo lasciandolo alle cure dei validissimi medici dell'ospedale torinese. La sindrome del piccolo Giovanni comporta una lacerazione della pelle che, al momento della nascita, è secca e squamosa (da cui il nome di Arlecchino a causa delle 'placche' colorate della nota maschera) e, con il passare del tempo, la situazione peggiora fino ad evolvere in una grave, cronica ed incurabile desquamazione della pelle.

Non è, purtroppo, possibile pensare che Giovannino sopravviva alla sua malattia poiché questa ha un elevato tasso di mortalità data dalla difficile regolazione della temperatura corporea che, per corpicini così piccoli, può essere fatale.

Oltre a questo problema, la malattia porta anche a problemi alimentari, infezioni e disturbi respiratori. Chi riesce a sopravvivere, invece, potrà sviluppare gravissime malattie della pelle, problemi agli occhi e ritardi dello sviluppo motorio e sociale.

Il direttore della neonatologia dell'ospedale Sant'Anna Daniele Farina racconta che il piccolo è ormai amato da tutto il personale del reparto che lo tratta come un figlio. Giovannino ha superato le prime settimane di vita (quando era altissimo il rischio di infezioni) e questo è un buonissimo segno. Farina ha, poi, comunicato che sono arrivate in ospedale decine di chiamate da parte di famiglie di tutta Italia che vorrebbero adottare il bimbo. Una vera e propria gara di solidarietà sembra essersi scatenata intorno a questo piccolo guerriero, sfortunato ma pieno di vita.