La paura di essere contagiati e la rabbia di non poter vedere i propri cari, hanno portato i detenuti a protestare contro le nuove restrizioni imposte dal governo. Le proteste sono iniziate nella giornata di ieri e stanno interessando le carceri da nord a sud: Pavia, Vercelli, Alessandria, Modena, Frosinone, Salerno, Bari, Napoli, Palermo e nelle ultime ore anche Foggia, Milano e tante altre città italiane.

Le proteste più volente della giornata di ieri sono state quelle di Modena dove sono morti sei detenuti, e di Pavia dove due agenti sono stati presi in ostaggio.

Tra le più pericolose di oggi ci sono invece quella di Foggia e quella del carcere di San Vittore a Milano.

La rivolta nel carcere di Modena

Le proteste nel carcere di Modena sono iniziate nel primo pomeriggio della giornata di ieri e si sono protratte fino a tarda serata. I detenuti, contrari alle nuove restrizioni messe in atto per contrastare l'emergenza Covid-19, hanno deciso di occupare l'istituto, costringendo così il personale ad uscire.

Secondo alcune testimonianze, dalla struttura sarebbe stato visto uscire del fumo, probabilmente causato dall'incendio di alcuni materassi. Per gestire la situazione, sul posto insieme alle forze di polizia, armate di manganelli e scudi, è arrivato anche il prefetto.

Alla fine degli scontri, il bilancio è stato di 6 vittime, anche se sono ancora in corso gli accertamenti per capire se i decessi siano riconducibili o meno alla rivolta scoppiata nel carcere. Tre sarebbero morte in carcere durante la rivolta, le altre durante il trasferimento in altre carceri.

Durissima la protesta a Pavia

Anche nel carcere di Pavia la protesta è stata molto accesa, due agenti sono stati infatti presi in ostaggio. Nella casa circondariale di Pavia, secondo le prime ricostruzioni, alcuni detenuti sarebbero riusciti a rubare le chiavi delle celle liberando decine di carcerati.

La rivolta, definita come una vera e propria "devastazione", sarebbe iniziata verso le 19.30-20 e si sarebbe conclusa solo con l'arrivo degli agenti di rinforzo dal carcere di San Vittore e Opera.

Per quanto riguarda gli agenti presi in ostaggio, il primo è stato rilasciato volontariamente dagli stessi carcerati, il secondo invece solo dopo l'intervento effettuato dalla polizia penitenziaria.

Altre violente rivolte nelle ultime ore

Nel corso della mattinata la situazione è degenerata, ci sono state altre violente rivolte, a prova della delicata situazione che si sta verificando nelle carceri di tutta Italia. A Foggia un gruppo di prigionieri è riuscito ad evadere. Attualmente non si parla ancora di un numero preciso, ma secondo le prime indiscrezioni, i detenuti che sarebbero riusciti a scappare sarebbero circa 60. Una quarantina, fortunatamente, sarebbe già stata riacciuffata dalle forze dell'ordine.

A San Vittore, Milano, 15 detenuti sono saliti sui tetti urlando "Libertà, Libertà" e ancora "Vergogna", decidendosi a scendere solo dopo ben due ore. Inoltre hanno incendiato diverse celle del quinto braccio e creato gravi disordini nei diversi reparti, come è successo anche nel carcere Regina Coeli di Roma.

Parallelamente la protesta dei parenti

I detenuti, non sono stati gli unici a causare disordini e scontri, fuori dalle carceri anche i parenti hanno iniziato a protestare a causa delle norme di contenimento del Coronavirus. Alle urla strazianti dei carcerati, si sono unite quelle dei familiari, che si sono schierati fuori dalle carceri ostruendo anche il traffico in circonvallazione.

A causa dei nuovi provvedimenti, i colloqui tra i detenuti e i parenti sono stati sospesi per allontanare il rischio di contagio all'interno dei penitenziari. Al momento si sta pensando alle videochiamate come alternativa.