Una possibile svolta nel caso del delitto di via Plana. Manuela De Cassia, trans brasiliana 48enne residente a Milano, sarebbe stata uccisa da un suo cliente, un impiegato di banca 42enne. L'uomo ha colpito l'escort con un'ottantina di coltellate ed è accusato anche di strage. Attualmente si trova nel carcere di San Vittore.

Per il delitto di Manuela fermato un impiegato 42enne

i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Milano, nelle scorse ore, hanno fermato il presunto assassino di Manuela, all'anagrafe Emanuel Alves Rabacchi. Secondo quanto si è appreso, il sospettato, un 42enne italiano, sarebbe un cliente abituale dell'escort. E, dietro all'efferato omicidio - la trans è stata raggiunta da almeno 80 fendenti - ci sarebbe una questione di soldi. Come risulta dagli atti attualmente raccolti dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal Pm Isidoro Palma, sembra che l'impiegato di banca avesse un debito con Manuela.

Forse, le doveva dei soldi per delle prestazioni o per della cocaina che la trans gli aveva ceduto.

Gli uomini del tenente colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Cataldo Pantaleo sono arrivati al fermo del 42enne anche grazie alle immagini registrate dalle telecamere di sicurezza installate nel palazzo di via Giovanni Antonio Plana, nei pressi di Piazza Firenze, in zona Certosa, alla periferia Nord di Milano. Così, dopo ulteriori accertamenti sulle utenze telefoniche intestate al presunto omicida è stata disposta una perquisizione. All'interno dell'appartamento dell'uomo, oltre a delle scarpe sporche di sangue, è stata trovata anche la probabile arma del delitto: un pugnale.

L'uomo che ha ucciso Manuela è accusato anche di strage

Il 42enne fermato per il delitto di Manuela è attualmente rinchiuso nella casa circondariale di piazza Filangieri. Dalla vita all'apparenza tranquilla e senza ombre, il bancario, avrebbe solo un piccolo precedente per guida in stato d'ebbrezza. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giorno, è già stato interrogato, ma davanti al pm, non ha ammesso le sue responsabilità e avrebbe deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.

L'uomo, ricordiamo, non è accusato solo di omicidio, ma anche di strage. Dopo aver aggredito Manuela, infatti, ha aperto il gas della cucina nel tentativo di far esplodere l'abitazione e cancellare così, ogni traccia.

Il delitto di Manuela

Manuela era arrivata in Italia quattro anni fa. Da tempo, viveva a Milano, in un appartamento, regolarmente affittato, al secondo piano del condominio di via Plana 10, dove esercitava anche la professione di escort. I clienti, la contattavano soprattutto tramite portali di annunci a luci rosse.

Il suo corpo è stato rinvenuto, in un bagno di sangue, dai vigili del fuoco, intervenuti dopo una segnalazione per una fuga di gas. La scena che si sono trovati di fronte, come riferito dagli inquirenti, era stata particolarmente cruenta. Come hanno evidenziato i primi risultati dell'autopsia, infatti, Manuela, è stata colpita da un'ottantina di coltellate al torace, all'addome e alla schiena.