Negli ultimi giorni Matteo Bassetti in relazione all'emergenza Coronavirus si è scagliato contro i toni allarmistici. L'infettivologo del San Martino di Genova non nega la presenza del Sars-Cov-2 ma invita la comunicazione ad abbassare i toni e a prendere contezza del fatto che, al momento, gli ospedali sono poco sollecitati dal problema e essere positivi a un virus non equivale a essere malati.

In un'intervista al Corriere della Sera è tornato a ribadire concetti espressi dalla posizione di chi, anche nei mesi più difficili, ha combattuto contro il Covid nella trincea del suo reparto di Malattie Infettive.

Bassetti: positivi non significa malati

Il bollettino quotidiano sul coronavirus racconta che i dati quotidiani si sono allineati su standard superiori rispetto a quelli di qualche settimana fa. Ed è innegabile che da parte di alcuni esperti si stiano levando allarmi rispetto all'ipotesi che le cose possano evolversi in peggio. Bassetti, da tempo, invita a rispettare le norme, a evitare che il virus si propaghi, ma allo stesso tempo preferisce indicare altri dati per abbassare il livello di terrore che rischia di diffondersi.

"Almeno il 90 per cento di questi pazienti, positivi al tampone, sono asintomatici - ha detto - il che significa che non sono malati. Ma devono essere, comunque, messi in quarantena. Del resto è quello che succede per altre malattie infettive". Bassetti sottolinea, inoltre, come ci sia una ricerca in attesa di pubblicazione su rivista scientifica in cui si mettere in rilievo il fatto che, al momento, il virus starebbe mordendo meno. "Non a caso - specifica l'infettivologo - il titolo è Evolving virulence". Il motivo per il quale ciò starebbe avvenendo non è chiaro. "Potrebbe - puntualizza - essere dovuto a una ridotta carica virale, a un migliore assistenza dei malati o a qualche mutazione del virus stesso".

Coronavirus: casi in aumento, ma non solo malati e per Bassetti si usa terapia sbagliata

Il primo problema secondo Bassetti è quello di diffondere il messaggio giusto, ossia che caso o contagiato non corrisponde malato. Per loro, a suo avviso, non dovrebbe esserci alcuna terapia se asintomatici. "Alcuni medici - dice - prescrivono cortisone o l'antibiotica azitromicina, ma non c'è alcuna ragione scientifica a supporto di queste prescrizione".

"Mi risulta - ha aggiunto su Facebook - che ci sia un esagerato uso di antibiotici nei soggetti affetti da Covid senza segni di polmonite".

"Sir William Osler, oltre cent’anni fa, diceva - ha chiosato - che una delle cose più importanti per noi medici è di educare il popolo a non prendere medicine, quando non servono. Mi sembra una frase molto attuale".