La pandemia provocata dal Coronavirus Sars-CoV-2 continua a mietere contagi e vittime in tutto il mondo, anche in Italia dove ogni regione italiana sta vedendo aumentare di giorno in giorno i nuovi casi di positività. In Abruzzo, nella giornata del 22 ottobre, sono stati registrati 306 nuovi casi e un solo decesso. Secondo quanto riferiscono i media locali, che riportano i dati diffusi dalle autorità sanitarie abruzzesi, i nuovi casi sono di età compresa tra i sette mesi e i 94 anni.

Dei nuovi casi, 145 sono riferiti a tracciamenti di focolai già noti.

Sono 7.091 i pazienti affetti da Covid-19 in Abruzzo da inizio pandemia

Al momento non c'è nessuna regione italiana a quota zero contagi. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria in Abruzzo sono 7.091 i pazienti affetti da Covid-19, mentre il bilancio dei deceduti è di 501 unità. L'unico decesso registrato nel bollettino epidemiologico del 22 ottobre riguarda una 75enne di Pescara. Al momento 208 pazienti risultano ricoverati in terapia non intensiva, mentre sono 16 le persone quelle in degenza in terapia intensiva. Altre 3.152 persone sono in isolamento domiciliare e poste sotto la sorveglianza attiva delle asl locali.

La situazione viene costantemente monitorata dalle autorità sanitarie, che continuano a sensibilizzare la popolazione sui corretti comportamenti da tenere per cercare di evitare il contagio dal patogeno Sars-CoV-2. Le regole sono: sia in luoghi chiusi che all'aperto bisogna indossare la mascherina, specie quando si è in compagnia di persone esterne al nucleo famigliare. Bisogna anche igienizzare frequentemente le mani con acqua e sapone o con soluzioni idroalcoliche.

Marco Marsilio: 'Non sono previste misure più stringenti'

Sulla vicenda dei contagi da coronavirus in Abruzzo è intervenuto anche il presidente Marco Marsilio, il quale ha dichiarato che per il momento non sono previste ulteriori restrizioni nella regione.

Se i contagi dovessero aumentare ancora, non sono esclusi ulteriori provvedimenti mirati a contenere i contagi: "Purtroppo ci troviamo in questa condizione perché non siamo stati messi dal governo nella condizione di agire preventivamente. Dovevamo poter agire in fretta, durante l’estate, per allestire nuove terapie intensive e posti letto in modo tale da essere pronti nel momento della seconda ondata". I tempi burocratici, secondo Marco Marsilio, sono troppo lunghi.