Paolo Rossi è morto il 9 dicembre: l'annuncio della scomparsa dell'ex calciatore è stato dato da sua moglie nella notte. Federica Cappelletti ha pubblicato sul suo profilo Instagram uno scatto con suo marito. Negli stessi attimi, anche Enrico Varriale, vicedirettore di RaiSport, ha annunciato sul suo profilo Twitter, la morte dell'ex campione dei Mondiali del 1982.
Lutto nel calcio: è morto Paolo Rossi
Paolo Rossi è morto a 64 anni e ad annunciarlo è stata sua moglie, attraverso il suo profilo social, in cui ha scritto soltanto la didascalia: ''Per sempre'', accanto a una fotografia insieme al calciatore e l'emoticon di un cuoricino.
Pochi istanti dopo il triste annuncio di Federica Cappelletti, anche Enrico Varriale ha voluto ricordare l'ex campione di calcio, con un post su Twitter: ''Una notizia tristissima: ci ha lasciato Paolo Rossi''. Il vicedirettore di RaiSport ha scritto che il calciatore ha fatto innamorare tutti nell'estate del 1982, anno della vittoria dell'Italia ai Mondiali. Varriale ha detto che Paolo, negli ultimi anni, è stato un competente e prezioso compagno di lavoro in Rai.
I successi di Paolo Rossi
Paolo Rossi è stato un simbolo del calcio. La sua carriera nella Juventus lo portò a numerose vittorie e nel 1982 alzò la Coppa del Mondo al Bernabeu, conquistando anche il titolo di capocannoniere in quella edizione del Mondiale e il Pallone d'Oro, primo giocatore ad aver vinto i tre titoli nello stesso anno.
Nel 2004 è stato inserito nella classifica FIFA 100, che comprende i 125 più grandi giocatori di calcio viventi. Insieme a Christian Vieri e a Roberto Baggio detiene il record italiano di marcature nei Mondiali, grazie ai 9 gol fatti.
La storia di Paolo Rossi nel calcio
La storia di Pablito, così era soprannominato il calciatore, è stata particolare.
Paolo Rossi ha avuto successo da giovanissimo, quando mostrò le sue qualità calcistiche con il Vicenza e il Perugia, due squadre che, negli anni '70, occupavano posizioni alte nella classifica di Serie A. Dopo le due squadre di provincia, venne squalificato per quasi due anni per una vicenda legata al calcioscommesse e, ottenuta la riabilitazione, passò alla Juventus.
Bearzot, l'allora allenatore della Nazionale, lo portò ai Mondiali di Spagna del 1982. Dopo averlo visto giocare un paio di amichevoli, essendosi reso conto che il calciatore era in forma, capì che avrebbe potuto avere un ruolo incisivo nella competizione mondiale che, infatti, l'Italia riuscì a vincere grazie alle sue 6 reti contro Argentina, Brasile e Polonia.