Spedizioni punitive e pestaggi in qualità di addetti aI "recupero crediti" di un gruppo di spacciatori attivo ai Castelli Romani. Li facevano i fratelli Bianchi, secondo quanto accertato dai carabinieri del Comando provinciale di Roma. Stamattina ai due, Marco e Gabriele, di 26 e 28 anni, è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare nel carcere romano di Regina Coeli dove si trovano, in attesa di giudizio, per omicidio volontario.
Il provvedimento di oggi rientra nell'ambito di un'operazione dei militari che coinvolge in tutto sei persone, accusate a vario titolo di tentata estorsione, detenzione e spaccio di droga.
I fratelli Bianchi sono detenuti a seguito del pestaggio mortale del 19enne Willy Monteiro Duarte, avvenuto a Colleferro la notte dello scorso 6 settembre.
Fratelli Bianchi, spaccio ai Castelli Romani
Era cominciata prima del delitto di Colleferro l'indagine dei carabinieri su un giro di spaccio ed estorsione tra Velletri, Lariano, Artena. Nel blitz di stanotte, i militari hanno notificato il provvedimento di custodia cautelare a quattro indagati nelle loro abitazioni, mentre è stata perquisita la villa di Artena dei fratelli Bianchi dove sono stati sequestrati una balestra e un fucile ad aria compressa.
Nel gruppo dedito allo spaccio al dettaglio, soprattutto di dosi di cocaina da quattro grammi vendute a 40 euro l'una secondo la ricostruzione dei carabinieri, ogni componente aveva un ruolo preciso.
Le consegne della droga non erano impedite neanche dal lockdown, e avvenivano sempre in luoghi, orari e modalità differenti per non destare sospetti. Le dosi erano definitive di volta in volta attraverso nomi in codice quali caffè, aperitivo, cd di Gomorra. Se i pagamenti non erano puntuali, intervenivano i fratelli Bianchi con intimidazioni e minacce, o vere e proprie aggressioni fisiche verso i debitori.
I due esperti di arti marziali e tecniche di combattimento, colpivano senza pietà, proprio come sarebbe accaduto la notte in cui è stato picchiato Willy.
Il giro d'affari era ingente, visto e considerato che gli arrestati ostentavano ricchezza, ma le loro dichiarazioni dei redditi erano pari a zero. Nella loro famiglia c'era chi percepiva il reddito di cittadinanza, mentre nei conti correnti intestati sono state rilevate pochissime operazioni, per importi irrilevanti e comunque risalenti indietro nel tempo.
I fratelli Bianchi indossavano vestiti griffati e orologi di valore, avevano auto di grossa cilindrata, amavano mostrarsi in foto e video pubblicati sui social accanto a leoni di marmo a guardia dell'ingresso della villa di famiglia, o durante soggiorni in alberghi esclusivi. La frutteria da poco aperta da Gabriele Bianchi non bastava a spiegare il loro tenore di vita e la Guardia di Finanza, poco dopo l'omicidio di Willy, ha sequestrato i loro beni.
Fratelli Bianchi, clienti e possibili testi intimoriti
Dopo il delitto di Colleferro, in molti si sono presentati spontaneamente alla locale caserma dei carabinieri per testimoniare il 'modus operandi' dei fratelli Bianchi. Temuti ai Castelli Romani, conosciuti per essere picchiatori seriali, già più volte erano stati denunciati per lesioni.
Anche da reclusi, i fratelli Bianchi continuano a far paura, soprattutto a chi ha avuto a che fare con loro da vicino.
Secondo quanto scritto nell'ordinanza dal gip di Velletri, Ilaria Tarantino, durante le indagini, molti tra gli acquirenti della droga hanno reso alla polizia giudiziaria "dichiarazioni palesemente reticenti" temendo per la propria incolumità. Secondo il gip, sarebbe evidente il rischio di condizionamento dei possibili testimoni. Il gip cita come esempio la testimonianza di uno degli acquirenti di droga che, a proposito dei rapporti con i fratelli Bianchi, parla di "normali incontri di amicizia", per poi aggiungere di non volere rispondere ad altre domande avendo una famiglia e figlie.
Fratelli Bianchi, l'omicidio di Willy
Marco e Gabriele Bianchi sono accusati insieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia di aver massacrato di botte Willy in piazza Oberdan a Colleferro dopo un litigio, inizialmente nato fra Pincarelli, Belleggia e altri ragazzi. Willy era intervenuto per difendere un amico quando fu preso a calci e pugni, specie dai fratelli chiamati dagli altri due accusati. Chi lo picchiò, infierì sul corpo del ragazzo già esanime, come stabilito dall'autopsia.
Concluse le indagini, inizierà il processo. Dei quattro, solo Belleggia è ai domiciliari. La posizione più critica è proprio quella dei fratelli Bianchi: indicati da alcuni testimoni come i principali artefici del pestaggio mortale, rischiano l'ergastolo. Lo scorso mercoledì al teatro Esperia di Colleferro, è stata consegnata una medaglia d'oro al valore civile alla famiglia di Willy Monteiro Duarte.