"La situazione è critica. Nel senso che merita il massimo dell'attenzione". Sono le parole con cui Roberto Cauda, infettivologo e docente dell'Università Cattolica di Roma ha espresso il suo punto di vista sulla questione varianti del Coronavirus. Ha parlato nel corso della trasmissione Tagadà, in onda ogni pomeriggio su La 7. Un parere che arriva nelle ore in cui iniziano ad emergere indiscrezioni sulla linea prudenziale scelta dal nuovo governo da adottare nel nuovo Dpcm.

Cauda: 'A modificare un po' le carte e a rimescolarle ci sono queste varianti'

Il professore Cauda ha fatto il punto della situazione. "Devo dire - ha precisato - che dal 22-23 novembre, quando si era raggiunto il picco della seconda ondata, l'auspicio era che avvenisse come durante la prima. Cioè la curva lentamente potesse scendere, i colori avevano funzionato in maniera piuttosto importante, le chiusure natalizie erano state utili".

"A modificare un po' le carte e a rimescolarle - ha precisato - ci sono queste varianti. In particolare la variante inglese, la Voc (variant of concern, cioè variante di preoccupazione), come l'hanno chiamata gli epidemiologi inglesi".

Riguardo alla variante inglese, ad oggi, dal mondo scientifico sembrano emergere due considerazioni che trovano ampia condivisione. Una è la più elevata trasmissibilità, l'altra è che per fortuna non metterebbe in discussione l'efficacia del vaccino.

Variante inglese, effetti riscontrati in Abruzzo preoccupanti

Da una delle aree più colpite d'Italia dalla variante inglese, cioè l'Abruzzo, emergono anche descrizioni del fenomeno meno tranquillizzanti. A parlare, sempre nella trasmissione Tagadà, è il primario del Pronto Soccorso di un ospedale di Pescara. "Ho visto - ha rivelato - una tac di un polmone che io in quarant'anni di esperienza non ho mai visto. Un polmone veramente devastato, distrutto.

E probabilmente è un paziente che non ce la farà. Quanti anni ha? 30".

Dalla testimonianza resa si viene a conoscenza del fatto che la variante inglese avrebbe soppiantato ormai l'altro ceppo del virus. Una notizia a cui è corrisposta un'altra evidenza rispetto a ricoveri che, adesso, riguardano anche fasce più giovani della popolazione. "Vediamo - ha rivelato il medico - degli esami Tac del torace devastanti anche in persone di 30-40 anni, cosa che prima non vedevamo".

E sul ceppo britannico del virus il professor Roberto Cauda è stato chiaro: "Ha delle caratteristiche di essere più trasmissibile e di dare anche delle forme, sembra, più gravi. Il fatto che il collega del pronto soccorso di Pescara indicasse questa Tac come non ne aveva mai visto, potrebbe essere un effetto di questa variante". "Colpisce - ha aggiunto - anche i soggetti più giovani anche in età pediatrica, scolare".