"Fino al mio ultimo respiro la cercherò e aiuterò tutte le ragazze come lei”. Parole dette in tv da Ayub Saqib, fidanzato 21enne di Saman Abbas, ieri, 7 luglio, nuovamente ospite nello studio di 'Chi l'ha visto?'. Saqib sembra essere l'unico convinto che la 18enne sia viva.

Dopo due mesi e una settimana dalla scomparsa, il corpo di Saman non si trova. Lo si cerca nelle campagne di Novellara, Reggio Emilia, dove viveva con i parenti.

Sarebbe stata uccisa e sepolta per aver rifiutato un matrimonio forzato in Pakistan, scegliendo per sé un compagno che amava.

Saman, illusioni di un ragazzo innamorato?

"Io cercherò sempre Saman", ha detto e ripetuto in urdu, lingua del Pakistan, Saqib a Federica Sciarelli. Il ragazzo ha mostrato con emozione davanti alle telecamere il vestito da sposa rosa e le scarpe dello stesso colore scelti da Saman per le nozze e fatti arrivare dal Pakistan, poi anche il suo abito. Si è aperto a un sorriso esibendo quegli indumenti, ma gli si è spento subito a confronto con la dura realtà: della ragazza non c'è traccia.

Progettavano di sposarsi a Roma, lui le aveva comprato anche un anello di fidanzamento e un bracciale da indossare il giorno delle nozze.

Il vestito per il matrimonio Saman lo aveva provato, ma Saqib non la fotografò. Il ragazzo spera che un giorno lo indosserà: il convincimento che gli dà la forza di andare avanti è che Saman sia stata sequestrata da due persone del clan familiare e portata in un luogo segreto. Proprio lei, però, gli aveva riferito che tutta la sua famiglia sarebbe stata violenta. L'idea che possa trovarla viva risponde ai bisogni di un cuore innamorato? Saqib ha fatto un ragionamento: se Saman fosse stata uccisa, per quale motivo gli Abbas continuerebero a minacciare lui e i suoi familiari in Pakistan?

Si tratterebbe di minacce pesanti che li atterriscono. Per Claudio Falleti, il legale che lo sta aiutando, urge un corridoio umanitario che coinvolga ministero dell'Interno e degli Esteri per permettere ai familiari di Ayub Saqib di arrivare in Italia e fare in modo che siano ascoltati dagli inquirenti.

Il 21enne ha raccontato che Saman era stata portata in Pakistan per la festa del fidanzamento imposto con un cugino più grande di lei di 12 anni. Tornata in Italia, aveva tentato il suicidio. Poi, lui e lei si erano conosciuti sui social, era nato l'amore e avevano progettato una vita insieme.

In Pakistan genitori volatilizzati

Una troupe di 'Chi l'ha visto?' è andata a cercare Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, genitori di Saman, a Charanwala, il loro villaggio in Pakistan, ma non li ha trovati.

Sarebbero scappati anche da lì: la porta di casa è chiusa con un lucchetto. Il giorno dopo la scomparsa della ragazza ,avevano preso un aereo da Malpensa lasciando il figlio minorenne, diventato il loro principale accusatore, a Novellara: le immagini prima dell'imbarco, li hanno ripresi tranquilli e sorridenti. Ora però, è stata avviata una rogatoria internazionale nei confronti dei genitori di Saman. L'ha chiesta la Procura e l'ha firmata il ministero della Giustizia. Padre e madre sono stati inseriti in una banca dati internazionale di ricercati dell'Interpol: una decisione che equivale a un mandato d'arresto internazionale. Padre e madre, con uno zio e due cugini, sono indagati per omicidio volontario e occultamento di corpo.

Nella vicenda non avrebbe alcun ruolo il credo religioso, ma l'arretratezza culturale della famiglia, abbinata a un movente tutto economico. Nei piani dei genitori, la ragazza avrebbe dovuto sposare il ricco cugino, appartentente a una casta alta pakistana, per consentire al clan di mantenere soldi e proprietà in famiglia. Saman, invece, aveva scelto come suo fidanzato un ragazzo, sì originario del Pakistan, ma figlio di artigiani, di casta bassa. "Noi siamo molto dispiaciuti, è arrivata la notizia che è successo qualcosa", ha detto il promesso sposo, anche lui rintracciato, riferendo di non sapere dove sia Saman. La gente del villaggio sembra intimorita da quella che è stata definita "una famiglia potente".

Tribunale del Riesame

Domani si pronuncerà il Tribunale del Riesame: l'avvocato di Ikram Ijaz, il cugino di Saman, finora l'unico arrestato della famiglia, chiede la scarcerazione: da tre settimane è detenuto a Bologna. Interrogato per nove ore dal pm su richiesta del difensore, avrebbe risposto a tutte le domande, ma senza fornire elementi utili alle indagini e dichiarandosi innocente. Fu ripreso nell'azienda agricola di Novellara dove lavoravano gli Abbas, con una pala il giorno prima della sparizione della ragazza: l'immagine racconterebbere forse l'omicidio. Intanto proseguono le perlustrazioni, non solo all'interno di 170 serre dell'azienda, con i cani arrivati dalla Gerrmania, addestrati a fiutare ossa umane.