Ultima illusione per aggirare una realtà insostenibile o ipotesi fondata? Per Ayub Saqib, fidanzato di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da oltre due mesi da Novellara, nella bassa reggiana, sarebbe viva. Sakib, 21enne, anche lui pakistano che vive nel Lazio, è stato ospite a Chi l'ha visto? che si occuperà del caso anche stasera, 7 luglio, e di altre trasmissioni televisive.

Ha voluto esporsi, malgrado le minacce ricevute dalla famiglia di Saman, nella convinzione che sia tenuta nascosta da qualche parte. La ragazza, destinata dalla famiglia a nozze forzate con il cugino Akmal, di 12 anni più grande di lei e residente in Pakistan, per non disperdere il patrimonio economico, sarebbe stata uccisa dal clan.

Il suo corpo non si trova.

Saman, ammissibile una nuova ipotesi?

Per Saqib, Saman sarebbe tenuta segregata da qualche parte. I rapitori sarebbero lo zio Danish Hasnain e il cugino Numanhulaq Numanhulaq, ancora latitanti e ricercati in tutta Europa. Per il ragazzo, questo spiegherebbe perché le ricerche finora non abbiano dato alcun esito. Ma la Procura di Reggio Emilia ha indagato l'intera famiglia che fino al 1° maggio viveva in una casa colonica a Novellara. Shabar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori della 18enne, due cugini e lo zio sono accusati di omicidio premeditato, sequestro di persona e occultamento di corpo. Lo zio Danish sarebbe stato l'esecutore materiale del delitto. Il solo arrestato è il cugino Ikram Ijaz: fermato in Francia, estradato e detenuto a Bologna, è stato ascoltato dagli inquirenti in un interrogatorio da lui richiesto.

Ha sostenuto di non sapere dove sia il corpo di Saman e di essere estraneo alla vicenda. Venerdì 9 luglio, il Tribunale del Riesame dovrà decidere se scarcerarlo o meno.

A giorni, la Procura sentirà Ayub Saqib. La pm Laura Galli, titolare dell’inchiesta, ha in programma un incidente probatorio per 'cristallizzare' quanto raccontato dal ragazzo in televisione.

"Lo so che loro mi vogliono uccidere. Voglio giustizia per Saman, non mi importa più della mia vita. Forse è viva, ma non so dove sia", ha detto. Lui e Saman si erano conosciuti ad agosto del 2020 tramite il social Tik Tok. Lo scorso 11 aprile, Saman aveva raggiunto Saqib a Roma. I due ragazzi volevano sposarsi e avevano già comprato gli abiti da indossare alle nozze.

Ma lei non aveva i documenti che gli erano stati sottratti dal padre. In passato, Saman aveva denunciato i genitori, si era rivolta ai servizi sociali ed era stata accolta in un centro protetto a Bologna. Nel frattempo, era diventata maggiorenne. Il 20 aprile era tornata a casa dicendo ai genitori che aveva lasciato il fidanzato. In realtà, il suo obbiettivo era quello di riprendersi i documenti e andare via. Ma una sera aveva sentito la madre parlare con lo zio manifestando un intento omicida. Saman aveva riferito l'episodio a Saqib, esortandolo a rivolgersi ai carabinieri se non avesse avuto più sue notizie entro 48 ore. Questo episodio, oltre alla testimonianza del fratello minore di Saman, l'unico dei familiari a dire che sarebbe stata uccisa, e ad altri indizi, hanno indotto gli inquirenti a presumere che la ragazza sia stata uccisa.

Richiesta di estradizione

C'è un'importante novità, ma non è detto che sia risolutiva. La Procura di Reggio ha avviato l'iter per la rogatoria internazionale di arresto ed estradizione dal Pakistan dei genitori di Saman Abbas, scappati nel Paese natale subito dopo la sparzione della figlia. L'iter coinvolge l’Interpol, i governi italiano e pakistano. Ma le procedure per l'estradizione sono lunghe e complesse e l'esito non è scontato, soprattutto in assenza del corpo della ragazza.

Ricerche di Saman, le novità

Finora sono stati esplorati ettari di serre con l'ausilio di centinaia di uomini, droni, cani e georadar. Non è emerso nulla neanche dal controllo di porcilaie e di un piccolo bosco esplorato dai carabinieri nei giorni scorsi con le unità cinofile.

Perforazioni e carotaggi di aree non esplorate non hanno dato risultati. In ultimo, sono arrivati i cani della Polizia del Land tedesco della Baviera, ultraspecializzati nel rintracciare corpi senza vita. Gli stessi che sono stati utilizzati a Bolzano per le ricerche dei coniugi Neumair uccisi dal figlio Benno.

A questo team di lavoro si sono aggiunti volontari, archeologi di Milano per analizzare le anomalie del territorio. Aiuto benaccetto dai carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, guidati dal colonnello Cristiano Desideri. Ma c'è chi ipotizza che vada cercata altrove: "Forse sarà necessario fare altre valutazioni e pensare che il corpo possa essere oltre i terreni agricoli dell’azienda in cui lavorava la famiglia Abbas. Sono ovviamente ipotesi", ha detto la sindaca di Novellara, Elena Carletti.