Non accennano a placarsi le polemiche in seguito alla repentina presa del potere dei talebani in Afghanistan, seguita alla decisione della Casa Bianca di ritirare le truppe dal Paese. Le parole di giustificazione usate dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden sembrano non aver convinto gli americani. I quali, al contrario, paiono sempre meno favorevoli a un ritiro completo del contingente militare.
Il gradimento di Biden scende ai minimi
Le immagini dell'ingresso dei talebani a Kabul e della fuga di funzionari e civili dall'Afghanistan hanno suscitato un senso di umiliazione in tutto l'Occidente. In particolare, proprio negli Usa, il Paese che in questa missione ha sacrificato più di ogni altro in termini sia economici che di vite umane. Tali sensazioni si riflettono inevitabilmente sulla popolarità sia delle decisioni prese che dello stesso Biden.
In base a un sondaggio condotto della compagnia Morning Consult per Politico, la presa del potere da parte dei talebani segna uno spartiacque: se prima circa il 70% degli americani si dichiarava favorevole al ritiro completo dei militari dall'Afghanistan, oggi quella percentuale è precipitata al 49%.
Evidentemente, il discorso di Biden a difesa di quella scelta non è bastato a convincere gli Stati Uniti, né tantomeno il resto dell'Occidente. Tant'è che sia il segretario generale della Nato Jeans Stoltemberg che la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno parlato apertamente di "sconfitta".
Ovviamente, tutto ciò non può non ripercuotersi sul gradimento dello stesso presidente degli Usa. Un sondaggio di Reuters/Ipsos attesta che, subito dopo la crisi afghana, il consenso dell'attuale inquilino della Casa Bianca sarebbe sceso di ben 7 punti, passando dal 53% al 46% in appena tre giorni.
Trump all'attacco del presidente Usa
I primi a scagliarsi contro Biden sono stati i repubblicani, a cominciare dall'ex presidente Donald Trump.
Il tycoon ha accusato l'attuale presidente di aver umiliato gli Stati Uniti dinanzi al resto del mondo, gestendo (a suo dire) la "ritirata peggiore di sempre", paragonata dal repubblicano all'immagine di un agnello in attesa di essere macellato. Intervistato da Fox News, Trump ha difeso l'accordo da lui fatto con i talebani, criticando il modo in cui Biden ha deciso di applicarlo.
Trump ha definito la situazione "imbarazzante", affermando che un tempo gli Usa erano rispettati ovunque, mentre ora Biden non viene nemmeno ricevuto dalle cancellerie internazionali e la Cina "sta ridendo dietro". Il tycoon ha poi messo in guardia da possibili pericoli per i cittadini americani, i quali rischierebbero di essere presi in ostaggio dai talebani in modo simile a quanto accaduto in Iran durante la presidenza Carter.
L'ex presidente non ha risparmiato nemmeno George W. Bush, repubblicano come lui, sotto il cui governo iniziò la missione ventennale in Afghanistan. Per Trump, andare in Medio Oriente fu una decisione "orribile".
Il Senato indagherà sul ritiro dall'Afghanistan
Critiche all'operato di Biden non mancano nemmeno all'interno della sua stessa amministrazione e del partito democratico. Secondo il New York Times, gli 007 americani avevano già da tempo messo in guardia il governo sul possibile collasso dell'esercito afghano di fronte all'avanzata dei miliziani islamisti. Eventualità a cui, si legge sul quotidiano, Biden e i suoi collaboratori avrebbero attribuito scarsa probabilità.
Nell'attesa di conoscere la veridicità o meno delle inattese aperture dei talebani, tre diverse commissioni (tutte a guida democratica) chiedono al Congresso di indagare su quanto i pianificatori militari afghani e i dirigenti dell'amministrazione americana fossero preparati a gestire l'assalto degli studenti coranici. Particolare attenzione sarà rivolta al fallimento della sicurezza all'aeroporto di Kabul, soprattutto in merito al rimpatrio di funzionari e collaboratori.