Il 27 aprile la Corte costituzionale, con una sentenza storica, ha dichiarato l'illegittimità delle norme che prevedono l'attribuzione automatica del cognome paterno ai figli. Questa sentenza, di fatto, apre le porte all'applicazione del doppio cognome, ma diversi sono gli aspetti da approfondire e su cui il Parlamento sarà chiamato a esprimersi.

La sentenza della Corte costituzionale

La decisione della Corte costituzionale ha finalmente risolto la questione dell'automatismo che prevedeva l'assegnazione automatica ai figli del cognome paterno, che nel 2014 costò all'Italia anche una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo.

La sentenza della Consulta, in particolare, ha dichiarato illegittima la norma che non consente l'attribuzione ai figli del solo cognome materno. La dichiarazione di incostituzionalità riguarda anche la legge che, in caso di mancato accordo fra i genitori, attribuisce automaticamente il cognome del padre ai nuovi nati.

La stessa Consulta, in un suo comunicato, ha specificato che la decisione è stata presa "nel solco del principio di uguaglianza e nell'interesse del figlio" e che, proprio sulla base di questi principi, "entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome". Nell'immediato, tuttavia, non cambia nulla in quanto bisognerà attendere la pubblicazione della sentenza in Gazzetta ufficiale e la successiva circolare del ministero dell'Interno agli uffici dell'Anagrafe.

Nel frattempo cresce l'attesa per conoscere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate nelle prossime settimane.

I nodi da sciogliere sul doppio cognome

Le implicazioni della sentenza della Corte costituzionale (e, dunque, della possibilità di attribuire il doppio cognome ai nuovi nati) sono molteplici. A livello operativo, dal momento della pubblicazione della sentenza in Gazzetta ufficiale e fin quando il Parlamento non avrà approvato una nuova legge, la norma attualmente vigente diverrà incostituzionale e la decisione della Corte (immediatamente efficace) dovrà essere recepita dal ministero dell'Interno che, in tempi brevi, dovrà dare disposizioni agli uffici dell'Anagrafe.

In merito all'ordine dei cognomi, il comunicato della Consulta specifica che, in caso di controversia, sarà un giudice a decidere in breve tempo (circa 24-48 ore) mediante un provvedimento cautelare d'urgenza. Per quanto riguarda le generazioni successive, onde evitare la moltiplicazione dei cognomi, si potrebbe prendere come modello la Spagna dove il doppio cognome (già in vigore da tempo) viene costruito affiancando il primo cognome dei genitori e facendo cadere il secondo.

Un ulteriore problema è costituito dalla retroattività della sentenza e con quali limiti potrà essere ammessa.

Il ruolo del Parlamento

La Corte costituzionale ha invitato più volte il Legislatore a disciplinare questa materia. Per dirimere tutti i nodi legati alla questione, infatti, sarà necessario proprio l'intervento della Politica. Un testo in merito, in verità, era stato approvato alla Camera già durante la legislatura precedente, ma poi il Senato lo aveva respinto. Al momento, proprio in Commissione Giustizia al Senato è iniziato l'esame di sette diversi disegni di legge in materia.