Gli studenti di tutta Italia sono rientrati già da qualche giorno nelle scuole, ma ci sono state alcune polemiche legate ai controlli relativi al Green Pass. Il possesso del certificato è infatti obbligatorio per effettuare numerose attività, tra le quali lavorare all'interno di un istituto scolastico. Per ottenere il certificato è necessario essersi sottoposti ad almeno la prima dose del vaccino anti-Covid oppure essere in possesso di un certificato di guarigione dal virus o, in alternativa, avere un certificato di negatività a un tampone.

Ed è proprio questa ultima scelta quella che ha compiuto una maestra nel Lazio: visto l'orario di lavoro, infatti, la donna (che ha deciso di non vaccinarsi per scelta) ha optato per effettuare due tamponi ogni settimana.

Il tampone era stato effettuato il lunedì alle 08:40

E così, nella giornata di lunedì, la donna si è sottoposta a un tampone quando erano le 08:40 di mattina. La validità è di 48 ore. Nelle giornate di lunedì e martedì la certificazione ha funzionato correttamente, così come il mercoledì mattina, quando la maestra ha superato il controllo agli ingressi dell'istituto nel quale lavora.

L'insegnante ha raccontato che la lezione è iniziata correttamente alle ore 08:10, ed è proseguita senza alcun problema per mezz'ora circa. Alle 08:40 (ovvero allo scadere dei due giorni di validità del tampone negativo), nell'aula è entrata una fiduciaria che ha chiesto alla maestra di andare dalla vice-preside. Una volta qui, ha scoperto di dover lasciare l'istituto: il Green Pass non era infatti più valido e, per questo, la preside ha emesso un ordine di uscita ai danni dell'insegnante.

'Ho avuto solo il tempo di prendere la borsa'

Da qui, la donna racconta di essere "stata allontanata dalla Scuola immediatamente". La maestra, in particolare, ha dichiarato di aver avuto modo di entrare nella classe solo per prendere la borsa, lasciando sulla cattedra "i libri aperti".

L'insegnante ha dunque proseguito il proprio racconto, affermando di aver chiesto di poter parlare con una collega: richiesta, questa, alla quale non è stato dato il consenso. La maestra ha dichiarato di essersi sentita "frustata, umiliata e discriminata". Secondo l'insegnante, infatti, il comportamento della scuola è stato "lesivo" della sua privacy, oltre che del diritto allo studio degli alunni. Questi ultimi, almeno stando alla versione della maestra, sono infatti stati lasciati con un collaboratore scolastico, interrompendo di fatto a metà la lezione.