Nelle scorse ore a Milano è stato condannato a sette anni e mezzo di carcere un 30enne senza fissa dimora accusato di aver aggredito e rapinato numerosi ciclisti. L'uomo agiva a Milano nord, nella zona di Ceriano Laghetto. Il condannato (K.C. le sue iniziali), secondo l'accusa, attendeva le proprie vittime dietro a dei cespugli nei pressi della pista ciclabile presente all'interno del parco delle Groane.

L'uomo è accusato per aver messo in atto diverse aggressioni, alcune molto violente

L'uomo è stato condannato per aver compiuto diverse aggressioni contro alcuni ciclisti.

Questi, colti all'improvviso, venivano prima brutalmente aggrediti, poi K.C. scappava a bordo delle bici dei malcapitati.

Sono state cinque le denunce scattate nel corso dei mesi, contro il giovane e che hanno poi fatto partire le indagini. Le vittime predilette erano i possessori delle mountain bike.

Tra le aggressioni compiute dal condannato, una emerge per la particolare violenza dimostrata. La vittima, in questo caso, è un 40enne brianzolo. L'uomo è stato prima scaraventato a terra dalla propria bici, per essere poi preso violentemente a calci sul volto. A causa di tale aggressione, la vittima è stata costretta a ricorrere alle cure ospedaliere per diversi traumi facciali.

Il 30enne ha negato il proprio coinvolgimento

Durante l'inchiesta è emerso anche il modus operandi utilizzato dall'uomo. Egli, infatti, rimaneva per lungo tempo appostato dietro cespugli e sterpaglie e vi rimaneva in attesa dell'arrivo di possibili vittime. Una volta individuate, il 30enne faceva improvvisamente irruzione sulla ciclabile, prendendo di sorpresa i ciclisti che, spesso, finivano a terra.

Una volta inermi, le vittime venivano aggredite e messe fuori gioco, permettendo poi al giovane di fuggire indisturbato. L'uomo venne individuato e arrestato nell'agosto del 2021. A effettuare il fermo erano stati i militari dell'arma dei carabinieri di Cesano Maderno, che hanno condotto l'indagine.

Durante il processo, il 30enne ha sempre respinto al mittente tutte le accuse, professando la propria innocenza.

Secondo la versione fornita dalla difesa, durante le aggressioni egli si trovava in altre zone del parco, dove peraltro era solito praticare dello spaccio illegale di sostanze stupefacenti. Comunque sia, il collegio giudicante presieduto dal magistrato Elena Sechi, ha deciso di condannare l'imputato.