I carabinieri hanno sanzionato e chiuso il rifugio Bocca di Selva in Lessinia, località Bosco Chiesanuova, in provincia di Verona. Il tutto è partito nei giorni scorsi, quando alcuni clienti del locale hanno lamentato alle forze dell'ordine il mancato rispetto delle regole anti Covid-19: i titolari, secondo quanto denunciato da alcuni degli avventori, non richiedevano all'ingresso il Green pass, il quale possesso è in realtà obbligatorio se si vuole consumare al tavolo all'interno dei locali. Per questo i carabinieri hanno provveduto a effettuare dei sopralluoghi, che hanno portato alla sanzione.
Due militari si sono presentati in borghese, fingendosi dei clienti
Dopo le numerose segnalazioni ricevute, le forze dell'ordine hanno deciso di verificare in prima persona se i gestori del rifugio rispettassero effettivamente le regole. Per questo due militari si sono presentati nel locale in borghese, fingendosi dei normalissimi clienti che volevano consumare al tavolo all'interno del locale. I gestori hanno fatto accomodare i carabinieri, chiedendo loro l'ordinazione senza, tuttavia, verificare il possesso del certificato verde. Da qui è scattata la sanzione: il locale è stato chiuso per cinque giorni (che potrebbero anche aumentare, in base a ciò che deciderà la Prefettura), mentre ai gestori arriverà una sanzione che, come stabilito dal decreto, andrà dai 400 ai 1.000 euro.
I gestori del locale avevano annunciato che non avrebbero rispettato le regole
Il non rispetto delle regole da parte del rifugio, tuttavia, non ha sorpreso più di tanto. Lo scorso 27 luglio infatti, nella pagina Facebook del locale, i gestori avevano annunciato pubblicamente che non avrebbero richiesto ai clienti il possesso del certificato verde.
Tra le motivazioni asserite vi era quella secondo cui il Green pass certificherebbe solo l'avvenuta vaccinazione e non che il possessore sia "positivo o negativo" al Covid-19. Per questo, scrivevano sulla pagina Facebook, "non ne comprendiamo l'utilità". I gestori erano addirittura arrivati a parlare di "discriminazione politica".
Nonostante le sanzioni, comunque, i titolari del locale non sembrano intenzionati a cambiare idea. Raggiunti da Tg Verona, hanno fatto sapere che la loro opinione sul certificato non cambia, confermando la loro contrarietà alla misura reputata non utile a combattere il virus. Tuttavia, si sono detti dubbiosi sul futuro, ammettendo di non sapere cosa fare: "Abbiamo anche un’attività da portare avanti e non possiamo rischiare continue chiusure e pesanti multe".