In un'intervista radiofonica la baronessa Hoey, Membro della Camera dei Lord del Regno Unito, ha discusso sul divieto da parte delle autorità inglesi, alle navi da pesca francesi, di operare nelle acque territoriali britanniche.

La parlamentare ha annunciato che la Gran Bretagna accoglierà 12 delle 47 richieste di licenza di pesca fatte dall'Unione Europea e l'isola di Jersey non concederà nessuna delle 75 richieste pervenute dalla Francia.

La baronessa ha affrontato le proteste dei pescatori francesi, definendo la situazione una nuova "guerra di pesca" e ribadendo il fatto che per troppo tempo le imbarcazioni dei pescatori hanno operato in quei luoghi rovinando le acque del Regno Unito.

Come tutto è cominciato

Facciamo un passo indietro, 6 maggio 2021, in piena Brexit, dopo la protesta dei pescatori francesi nel Baliato del Jersey, al porto di St Helier, bloccando l'insenatura con 60 barche, per la politica di discriminazione per la concessione delle licenze da pesca, l'Inghilterra ha mandato due navi da guerra della Royal Navy a pattugliare la zona antistante l'isola (sotto la dipendenza della Corona inglese), per scoraggiare il blocco navale dei pescatori francesi che operano nel canale della Manica, dove da tempo la Francia e la Gran Bretagna si disputano, tramite difficili accordi, il mare per la pesca.

La Francia a questa provocazione ha risposto inviando due motovedette a coadiuvare i pescatori francesi.

Le dichiarazioni dei rispettivi paesi non sono mai state molto distensive, la Gran Bretagna tramite un'affermazione del proprio premier Boris Johnson ribadì il "suo incrollabile sostegno a Jersey", mentre il segretario di Stato francese agli Affari europei, Clément Beaune, disse che le "manovre" britanniche al largo di Jersey, "non devono intimidirci".

Con l'entrata in scena dell'Unione Europea, richiamando i due paesi alla moderazione e alla calma, tramite Dana Spinant, portavoce della Commissione europea, in cui affermava che Bruxelles stava seguendo la situazione e che la migliore strategia era quella di discutere il problema, la questione sembrava essere rientrata nei canoni convenzionali di discussione.

Con le dichiarazioni per niente concilianti e molto dirette di Kate Hoey, sembra che si voglia assistere a una nuova escalation della guerra del pesce. In particolare, la deputata ha affermato che l'industria della pesca e tutte le persone che vivono d'industria ittica saranno difese dal governo, anche con la forza navale se necessario, che anche prima della Brexit i pescatori francesi operavano in quelle zone con la prepotenza e quando la Gran Bretagna ha inviato le proprie navi nella Manica, i francesi hanno minacciato di togliere l'elettricità nel Jersey.

Nel quotidiano francese Le Monde, Annick Girardin, ministro del mare francese, ha affermato che la Gran Bretagna ha preso "in ostaggio" la pesca francese.

La situazione odierna

Ad oggi la situazione è molto tesa, per la vicinanza geografica dell'isola di Jersey alla Francia e per la particolarità del sistema di governo delle isole nella Manica, isole che non hanno mai fatto parte dell'Ue e che hanno una politica governativa che ne hanno fatto il più grande centro globale finanziario offshore al mondo, ma che hanno anche dovuto abbandonare, con la Brexit, il Mercato comune europeo. Il contesto ha tutto per non considerarsi affatto concluso e la sensazione è che si assisterà a ulteriori scaramucce della, così ormai battezzata, guerra della pesca.