La scomparsa e la morte di Liliana Resinovich sono ancora avvolte nel mistero. Ieri, venerdì 21 gennaio, la trasmissione Mediaset "Pomeriggio Cinque" è ritornata sul caso di Cronaca Nera e ha rivelato che non si troverebbero più le chiavi di casa originali della 63enne. La donna, ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia, era sparita martedì 14 dicembre dalla sua casa di Trieste ed era stata ritrovata senza vita mercoledì 5 gennaio nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni.
Gli inquirenti non escludono che sia morta subito dopo la scomparsa.
Sparite le chiavi di casa di Liliana
Come ricostruito dall'inviata di "Pomeriggio Cinque", sarebbero sparite le chiavi di casa abitualmente utilizzate da Liliana Resinovich. La 63enne è stata trovata senza vita nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste. Con sé aveva una borsa a tracolla inspiegabilmente vuota (documenti e telefoni cellulari sono stai ritrovati nella sua abitazione) mentre, nella tasca del giubbotto che aveva addosso, gli inquirenti, hanno ritrovato la copia delle chiavi di casa.
Da quanto emerso, Liliana, così come il marito Sebastiano Visintin, fotografo 72enne in pensione, considerava quel mazzo "di scorta" e, per questo motivo, non lo utilizzava mai.
Le chiavi che la donna prendeva di solito, invece, non si trovano da nessuna parte. Non si esclude che la 63enne, il giorno in cui si è allontanata, abbia avuto con sé entrambi i mazzi e che il principale sia stato smarrito o portato via. A scopo precauzionale, da quanto riferito dalla trasmissione Mediaset, le autorità avrebbero consigliato a Visintin di cambiare le serrature della porta d'ingresso principale. Non
Fissati i funerali di Liliana
L'autopsia eseguita dal dottor Fulvio Costantinides non ha chiarito con certezza cosa abbia provocato la morte di Liliana Resinovich. Stando agli ultimi accertamenti eseguiti sulla crescita pilifera delle gambe, la donna sarebbe morta lo stesso giorno in cui è scomparsa o poco più tardi.
E, per questo, non è ancora chiaro se sia trattato di un caso di suicidio o di omicidio. Per il momento, comunque, non ci sarebbero indagati. Maggiori e più dettagliate risposte dovrebbero arrivare nelle prossime settimane, con i risultati dei test tossicologici.
Nei giorni scorsi la procura di Trieste ha riconsegnato la salma alla famiglia vietandone, però, espressamente la cremazione. Non si può escludere, infatti, che con l'emergere di nuovi elementi si debba, un domani, riesumare la salma. Sebastiano Visentin, nei giorni scorsi, si è così incontrato con Sergio e Valeria, rispettivamente il fratello e la cugina di Liliana, per accordarsi sull'organizzazione delle esequie funebri. Da quanto si è appreso, la cerimonia verrà celebrata, in forma privata, martedì 25 gennaio.