Continuano le indagini sulla morte dei due cacciatori trentini Massimiliano Lucietti 24 anni e Maurizio Gionta, ex guardia forestale di 59 anni. Il primo, uscito per una battuta in solitaria nei boschi di Peio (piccolo comune della provincia di Trento, in Val di Sole) è stato ucciso, nella mattinata di lunedì 31 ottobre, con un colpo d'arma da fuoco alla nuca ed è stato rinvenuto da Gionta (tesserato della stessa associazione venatoria) che, dopo poche ore, si è tolto la vita.
Gli inquirenti, coadiuvati dai Ris di Parma, stanno cercando di far luce sul caso di Cronaca Nera e per ora non escludono alcuna pista. Neppure la presenza di un "terzo uomo" che potrebbe aver sparato al ragazzo.
Si indaga sui rapporti tra cacciatori
Il pm della procura di Trento, Davide Ognibene, sta cercando di ricostruire le ultime ore di vita di Massimiliano Lucietti e i rapporti tra il 24ene, Gionta e altri cacciatori. Da quanto trapelato, le relazioni non sarebbero state sempre pacifiche in quanto si sarebbero verificati scontri, anche accesi, per occupare le postazioni di caccia considerate più favorevoli.
Il giovane, lunedì 31, era uscito da solo nei boschi di Celledizzo, frazione del piccolo abitato Peio, dove è stato trovato senza vita, intorno alle 7:40, da Maurizio Gionta. La guardia forestale in pensione, ai familiari del giovane, ha riferito di aver sentito uno sparo mentre si trovava su un albero. Pensando che, a quel punto, eventuali cervi fossero fuggiti per via del colpo, aveva deciso di spostarsi. E, in quel frangente, aveva trovato il 24enne riverso a terra. "Rispetto all'appostamento - ha puntualizzato - non era nella mia traiettoria di tiro". Da quanto emerso, però, Lucietti e Gionta, non erano gli unici cacciatori nella zona. Gli inquirenti, infatti, hanno già sentito nella caserma di Cogolo almeno altre due persone in battuta nelle vicinanze.
Risposte importanti potrebbero arrivare presto non solo dagli esiti delle analisi dello Stub ma anche dalle perizie volte a ricostruire la traiettoria del colpo sparato, il tipo e la marca del proiettile e la presenza di eventuali utenze cellulari.
Il suicidio dopo l'uccisione del giovane cacciatore
Secondo quanto emerso dagli esami autoptici, Massimiliano Lucietti sarebbe stato raggiunto da un colpo di Winchester mentre si trovava disteso a terra, con il fucile tra le braccia, pronto a colpire la preda. Il pm ha aperto un fascicolo per omicidio colposo che, per il momento, non esclude nessuna ipotesi, inclusa quella dell'omicidio volontario.
Gionta, sentito subito dopo il ritrovamento come "persona informata sui fatti" ha ripetuto di non aver sparato quella mattina.
Tuttavia, nella notte tra lunedì 31 e martedì 1 novembre, il 59enne si è tolto la vita in quegli stessi boschi. Prima, però, ha lasciato un biglietto d'addio con scritto: "Non voglio colpe che non ho".