Sergio Resinovich non crede che la sorella Liliana si sia suicidata. L'uomo, ripercorrendo con i cronisti del Corriere della Sera il caso di Cronaca Nera, ha affermato: "Voglio che mi dimostrino scientificamente che si è tolta la vita". Poi ha puntato il dito contro il marito dell'ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia 63enne. "Mi ha sempre preso in giro", ha dichiarato facendo riferimento alla riluttanza di Sebastiano Visentin a cercare, immediatamente dopo la scomparsa, la moglie.

Sergio attacca il marito di Liliana Resinovich

Sergio Resinovich non è convinto del lavoro d'indagine svolto dai pm di Trieste e pensa che la pista del suicidio sia stata montata, un po' come una sceneggiata. La procura, secondo lui, si sarebbe trovata in una situazione difficile.

Sebastiano Visintin, secondo il fratello di Liliana Resinovich, avrebbe "male instradato" gli inquirenti. "Ha parlato di un allontanamento spontaneo - ha precisato - e in questo modo si è perso del tempo". Poi, ha ricordato: "Il giorno della scomparsa le avevo telefonato, ma ha risposto il marito dicendo che era uscita e che aveva lasciato il telefono a casa.

Come se questo fosse normale".

L'andar fuori senza cellulare, però, non era tipico di Liliana, una donna molto precisa. "Figurarsi - ha commentato Sergio - se usciva di casa senza soldi, senza telefono e senza Green Pass (all'epoca indispensabile, ndr). Per questo ho contattato "Chi l'ha visto". Sebastiano, però, non voleva".

I rapporti tra Sergio e Sebastiano, da quanto si evince, sarebbero da sempre quasi inesistenti. "Non l’avevo accettato - ha ammesso - Era spostato, era senza lavoro e aveva due figli". Poi ha continuato: "Ora ho capito che mi ha preso sempre in giro".

Subito dopo la scomparsa della donna, infatti, Sebastiano non voleva cercarla mentre, per Sergio, avrebbe dovuto scatenare l'impossibile ed allertare amici, familiari e conoscenti.

Sergio non crede che Liliana Resinovich si sia tolta la vita

Liliana Resinovich, scomparsa da Trieste martedì 14 dicembre 2021, è stata ritrovata senza vita il 5 gennaio di quest'anno, in un boschetto nelle vicinanze dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni, poco distante dall'abitazione che condivideva con il marito Sebastiano Visentin, 72 anni.

I consulenti della procura, non rilevando ferite o segni evidenti di aggressione, sono convinti che la donna si sia suicidata a inizio gennaio. I familiari di Liliana, però, hanno sempre rigettato questa tesi. Anche perché la 63enne stava bene e non aveva mai manifestato alcuna turba psichica. Il fratello maggiore, parlando con un inviato del CorSera ha affermato: "Voglio che mi dimostrino in maniera scientifica che si è tolta la vita.

Solo a quel punto avrò un po’ di pace e potrò fare i conti con la mia coscienza per non aver capito niente di mia sorella". Poi ha puntualizzato che esisterebbero due autopsie che dicono due cose diverse. Da un primo esame, infatti, risultava "che il viso era come se avesse ricevuto un pugno". "Io - ha proseguito - credo che Liliana sia morta il giorno della scomparsa. In caso contrario devono dirmi che cosa ha fatto fino a gennaio".

Fra le ipotesi avanzate dai familiari di Liliana c'è anche quella che abbia avuto un malore a seguito di un'aggressione.