Il terzo capitolo dedicato al corazzato eroe Marvel Iron Man si apre con un Tony Stark (ovviamente Robert Downey Jr) non ancora completamente ripresosi dalla grande battaglia finale di "The avengers". Una nuova minaccia globale, però, non gli permette di tirare il fiato: il Mandarino (interpretato dal sempre bravo ed eclettico Ben Kingsley), capo della superorganizzazione criminale chiamata dei "dieci anelli", sparge terrore ovunque con devastanti attentati terroristici.

Presto, anche il geniale miliardario viene messo in ginocchio - in uno dei momenti chiave del film - e, dovendo ripartire praticamente da zero, non può fare altro che affidarsi alla sua voglia di rivalsa nonchè all'aiuto dell'amico colonnello James Rhodes (Don Cheadle).

Ma c'è anche un altro avversario a rendere ben dura la vita a Stark: Eric Savin (nome in codice: Coldblood), un ufficiale morto a causa di una mina e rinato con le sembianze di un cyborg. La bella fidanzata Pepper Potts (Gwyneth Paltrow), inoltre, ci metterà del suo per rendere ancor più incandescente l'atmosfera.

Dopo essersi accorti che il pubblico ben poco si immedesimava nel praticamente perfetto Tony Stark (il secondo capitolo rese al botteghino molto al di sotto delle aspettative), per questo terzo appuntamento - dal 24 aprile - i vertici della Marvel hanno deciso di scaraventare l'affascinante scienziato in una situazione estrema, per donargli una maschera di vulnerabilità (e quindi farlo apparire più umano).

Per riuscire nell'intento, non hanno di certo lesinato con i mezzi economici, facendo schizzare il budget di produzione da 140 (quanto previsto inizialmente) a 200 milioni di dollari (con la pretesa -  si presume - di creare il più straordinario film tratto da un fumetto di sempre). 

Dopo la poco fortunata esperienza alla regia di Jon Favreau, il timone di comando è passato all'esperto Shane Black (già autore di "Arma letale"), che di questo lavoro ha anche firmato la sceneggiatura.

Infine, una riflessione: con questo nuovo progetto, sembra che si sia voluto creare un parallelismo - quanto volontario non si sa - tra il supereroe e il suo interprete. Anche Downey Jr ha conosciuto momenti molto bui (è stato anche a più riprese in carcere) e anche lui, con grinta e volontà, si è rialzato dalla polvere per rifarsi una vita.