Il mercato discografico italiano inverte la rotta e dopoundici anni di calo consecutivo, chiude il 2013 con un incremento del 2% nellevendite. Gli italiani acquistano sempredi più musica in digitale, apprezzano in particolar modo i cantantiitaliani, ma si riscoprono anche appassionati di musica classica ed acquistanovinili, sia per collezionarli sia per ascoltare il suo originale della musicadi una volta.

E’ questo in sintesi il quadro che emerge dalla ricerca effettuata dalla società Deloitteper la FIMI, ovvero la Federazione industria musicale italiana, che haanalizzato i dati di mercato relativi all’anno appena trascorso.

Dati cheparlano di un risultato di 117,7 milioni di euro di fatturato nel 2013 contro i115,9 milioni dell’anno precedente.

Un incremento nella vendita “legale” di musica che èsintomatico di un rallentamento del declino del supporto fisico unito ad unsuccesso dei servizi di streaming. Insomma con il passare degli anni gliacquisti musicali degli italiani si orientano sempre di più sul digitale comedimostra l’incremento del ben 182% nei servizi di abbonamento streaming. Lodimostra il fatturato di Spotify,Cubomusica e Deezer, i servizi che offrono streaming audio, che nel 2013 hasuperato i 7 milioni di euro a fronte dei 2,5 del 2012.

Ma segnali incoraggianti arrivano anche dal mercato delvinile che nel 2013 ha segnato un +6% nelle vendite, così come forte è stataanche l’affermazione del repertorio italiano con un +9% e con ben 9 artisti su dieci nella classifica annualeTop of the Music del 2013.

Nei gusti musicali degli italiani cresce anche la musicaclassica, che addirittura fa registrare un +86% e che rappresenta l’11% dellevendite di musica in Italia.