E se dopo il Nuovo Centrodestra nascesse anche il Nuovo Centrosinistra? Una provocazione o qualcosa di più? Interrogativi che con il passare delle ore si insinuano sempre di più nel discorso politico successivo alla decisione del Partito Democratico di "scaricare" Enrico Letta e di dare vita ad un nuovo Governo guidato da Matteo Renzi. Anzi stando alle parole del senatore civatiano del Pd, Corradino Mineo, "è una delle ipotesi".
Semplici dichiarazioni per riportare l'attenzione mediatica su se stessi o qualcosa in più? Il primo a parlare di una "fuoriuscita" o presunta tale dal Partito Democratico è stato Pippo Civati con il suo hashtag #matteostaisereno che prima afferma che ci sarebbero 10 senatori pronti a non votare la fiducia a Renzi per poi rassicurarlo.
A dare man forte alle parole di Civati ci ha pensato un altro esponente Democratico, quel Corradino Mineo, ex volto di RaiNews24 e da un anno senatore della Repubblica, che intervenendo alla trasmissione "Effetto Notte le notizie in 60 minuti" in onda sulle frequenze di Radio24 afferma che "uscire dal Pd è solo un'ipotesi" ed anzi apre alla possibilità che al Senato possa essere creato il gruppo del Nuovo Centrosinistra e che come lo stesso Mineo afferma sarebbe composto da "noi civatiani, Sel e alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle". Per il senatore Democratico "la nascita del Nuovo Centrosinistra sarebbe una novità molto positiva".
Proviamo quindi a fare la conta dei senatori che potrebbero confluire in questo nuovo gruppo.
Considerando che il regolamento del Senato prevede che per costituire un gruppo c'è bisogno dell'adesione di un numero minimo di 10 senatori: quattro sono i senatori civatiani, ovvero Laura Puppato, Corradino Mineo, Walter Tocci e Felice Casson; sette sono quelli eletti nelle file di Sinistra Ecologia e Libertà (De Petris Loredana, De Cristofaro Peppe, Cervellini Massimo, Uras Luciano, Barozzino Giovanni, Petraglia Alessia, Stefano Dario) oggi componenti del Gruppo Misto; e che potrebbero già essere sufficienti per formare un nuovo gruppo.
Ma Mineo parlava anche di "alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle" e quelli maggiormente indiziati sono proprio i quattro dissidenti Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana, finiti nel mirino di Beppe Grillo dopo le loro posizioni in "dissenso" rispetto all'esito delle consultazioni con Matteo Renzi.