Maria Luisa Spaziani è morta ieri a 91 anni, dopo una vita dedicata alla letteratura, sotto il nume di Eugenio Montale.

Nata a Torino nel 1922, è ancora studentessa quando dirige una rivista chiamata Il girasole e poi Il dado, con Guido Hess Seborga come redattore capo. Questo suo ruolo all'interno della rivista le permetterà di venire a contatto con grandi nomi nazionali e internazionali come Vasco Pratolini, Umberto Saba, Leonardo Sinisgalli, Sandro Penna e Virginia Woolf.

Si laurea poi in Lingue con una tesi su Marcel Proust e la cultura francese rimarrà sempre nel suo cuore, tanto che soggiornerà a Parigi per parecchio tempo, fin dal 1953, anno in cui per la prima volta vinse una borsa di studio.

Risale al 1949 il suo incontro con Eugenio Montale, con il quale nascerà un bellissimo sodalizio intellettuale. Nel 1954 la Mondadori pubblica la sua raccolta Le acque del Sabato, pochi anni dopo il tracollo subito dall'azienda di suo padre la costringe a cercare un impiego stabile, che troverà in una scuola di Torino come insegnante di francese. Questo periodo sarà talmente bello e felice per Maria Luisa Spaziani che nascerà una nuova raccolta poetica, La Luna lombarda (1959), seguita da tante altre come Il gong (1962), Utilità della memoria (1966), L'occhio del ciclone (1970), Transito con catene (1977), Geometria del disordine (1981), I fasti dell'ortica (1996), La luna è già alta (2006).

Ma queste sono solo le sue opere principali: oltre alla sua attività di poetessa, pubblica saggi su Proust e sul teatro francese ed entra a far parte delle giurie di molti premi, mentre nel 1978 fonda il Centro Internazionale Eugenio Montale.

Le sue poesie sono caratterizzate da un tono alto ed elegante, che nell'ultimo periodo virava verso l'ironia e la visione cosmica, abbracciando uno stile più narrativo.