Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini dà un taglio netto al passato: ieri, parlando con i rettori, è stata categorica con il suo no convinto ai test di accesso a Medicina. La selezione dei futuri medici tramite un test su domande del tutto fuori tema rispetto a quella che dovrebbe essere una più coerente valutazione delle attitudini e della preparazione degli aspiranti dottori non piace al ministro che ha già deciso: dal 2015 cambierà tutto. L'idea di cui si è parlato è quella di dare la possibilità di accedere alla facoltà di Medicina a tutti gli studenti che volessero intraprendere tale percorso, ma limitatamente al primo anno, poi ci sarebbe - secondo il progetto di cui si è parlato - una sorta di sbarramento finale, una soluzione questa ispirata al sistema francese. Una simili decisione determinerà però un grosso problema da affrontare nelle Università: gli atenei sarebbero infatti invasi da tutti coloro che ad aprile hanno tentato il test: ben 65mila matricole per 10 mila posti. Per evitare ciò, la Giannini avrebbe pensato di far slittare gli studenti sui corsi di laurea affini, l'ipotesi è quella di un primo anno comune che raggruppi medicina, farmacia e biotecnologie e che permetta di far accedere ai vari rami un numero superiore di studenti rispetto all'attuale corso di laurea in medicina. In questo primo anno gli studenti studieranno solo alcuni insegnamenti di base comuni poi al secondo anno ci sarà lo smistamento nei diversi corsi di laurea (magari con uno sbarramento già dopo sei mesi).

Ma il ministro Giannini ha avanzato dubbi: il tronco andrebbe pure bene se non fosse che per esempio la fisica che serve ai medici non è la stessa che serve agli infermieri, a questo si aggiunge la preoccupazione per il sistema di selezione dei ragazzi, basato sugli esami universitari anziché sui test, che espone i docenti a pressioni indebite. Il sistema attuale, seppur viziato da brogli come riscontrato anche in una sentenza dal Tar, in gran numero si reggeva sull'anonimato e in parte andava pure bene. L'incontro non ha prodotto una proposta operativa ma delle idee positive per un cambiamento futuro. Un'idea alternativa sarebbe quella di affidare alle scuole il compito di orientare e selezionare i ragazzi che hanno intenzione di frequentare medicina già dal quarto anno delle superiori per avere così una prima scrematura, idea che però per il ministro non è attuabile. Quindi ancora dubbi su come fare.

La notizia è giunta per gli studenti come l'acqua nel deserto ma bisogna che ogni aspetto si valuti attentemente: in Francia ad esempio, dove questo modello è in vigore, pochissimi studenti passano lo sbarramento. Quello che per ora è certo che i test saranno eliminati con buona pace degli studenti e del mondo accademico delle professioni sanitarie, che aveva più volte richiesto ma senza riscontro positivo un miglioramento dei test le cui domande venivano redatte da un'agenzia di Cambridge senza tenere in conto del curriculum di studi dei ragazzi italiani.