Ha destato scalpore la notizia che Orchestrali e Coristi dell'Opera di Roma lavorino solo 125 giorni all'anno percependo stipendi d'oro e indennità delle quali abbiamo parlato in un precedente articolo. Ecco la verità.
Da contratto gli orchestrali lavorano da martedì a domenica con il lunedì libero. Sono stati rimproverati pubblicamente dal sovrintendente Fuortes di aver lavorato solo 125 giorni all'anno, ma qualcuno si è reso conto che queste giornate lavorative hanno seguito la programmazione degli spettacoli fatta dalla direzione artistica? Altre gestioni in precedenza programmarono 260 spettacoli che venivano eseguiti in due teatri (Costanzi e Nazionale), senza straordinari e aggravio di costi data la programmazione precisa.
Il direttore d'orchestra ha facoltà di prolungare o diminuire le ore di prova a seconda dei risultati che ottiene dall'orchestra e l'eccellenza dei professori dell'Opera di Roma ha spesso permesso ad es. al M° Muti di terminare le prove in anticipo sull'orario. Se ai vertici non stava bene, perché non glielo hanno fatto presente? I vertici stanno cercando di addossare i loro fallimenti ai musicisti che non hanno mai avuto retribuzioni aggiuntive; sarebbe interessante invece vedere se e quante ore straordinarie sono state fatte da altre categorie (come ad es. dai macchinisti) per vedere quanto hanno pesato sulle casse del teatro, oppure capire perché anche agli amministrativi che lavorano in ufficio dal lunedì al venerdì, al fresco dell'aria condizionata in estate, venga corrisposta l'indennità per gli spettacoli effettuati all'aperto.


I permessi artistici

Il sovrintendente ha pubblicamente rimproverato i musicisti di aver richiesto più di 350 permessi artistici in un anno (media di 4 a testa) insinuando che fanno un doppio lavoro. Questi permessi passano al vaglio della direzione che li deve approvare e se sono concomitanti all'orario lavorativo non vengono retribuiti.
Se non è giusto per gli orchestrali tenere i piedi in due scarpe allora perché cercando in internet compaiono numerosi siti in cui di fianco al nome del sovrintendente si trovano Opera di Roma, Musica per Roma e Petruzzelli di Bari con compensi da capogiro? Perché si difendono i diritti dei lavoratori di tutte le categorie, ma non dei musicisti? Il fatto sia un lavoro che dà loro soddisfazione è l'alibi per lasciarli soli nella battaglia?

La verità sulla tournée in Giappone

Le notizie trapelate dicono che una ventina di professori non avrebbero partecipato per boicottare Muti; la verità è che alcuni sono rimasti a Roma previo presentazione in tempi utili, come stabilito dal capo del personale, di documenti che certificassero l'impossibilità di allontanarsi da Roma (minori da accudire, legge 104 etc); altri avrebbero dovuto andarci visto che l'organico era ridotto all'osso, ma sono stati lasciati a casa per scelta della direzione che però ha portato all'ultimo momento due macchinisti in più.
In contemporanea alla tournée era programmato il balletto La Bella Addormentata e i professori che non hanno partecipato alla trasferta hanno però partecipato al balletto in teatro. Se è vero come han detto che scioperare prima di una rappresentazione a Caracalla equivale a trovare il Colosseo chiuso per uno straniero, allora licenziare Orchestra e Coro dell'Opera di Roma equivale ad abbatterlo. Il countdown per i licenziati continua.