Si è conclusa il 15 febbraio, dopo una settimana di proroga sulla data prevista, una delle migliori mostre fotografiche che sia capitato di vedere in tanti anni: a Cremona, dal 1 novembre 2014 al 15 Febbraio 2015 nelle sale del Museo del Violino è stata presentata la mostra fotografica "La nascita dell'Agenzia Magnum", una raccolta di circa 120 fotografie scelte tra le migliaia prodotte dai 4 fotografi fondatori della mitica Agenzia nel 1947.

I fotografi erano Robert Capa, Henry Cartier Bresson, David 'Chim' Seymour e George Rodger, con l'apporto di William Vandivert.

L'intento dei fondatori della nuova Agenzia era quello di promuovere il ruolo fondamentale dei fotoreporter e di tutelare i loro diritti nelle fasi di collaborazione con le testate giornalistiche, lasciando loro la proprietà dei negativi e la piena libertà di utilizzo e vendita. Ben presto l'agenzia "Magnum Photos" divenne la più famosa agenzia fotografica a livello mondiale.

I quattro fotografi si suddivisero il mondo in aree di azione, ad ognuno di loro ne venne assegnata una specifica, (l'est a Cartier Bresson, l'Europa a Rodger, l'Africa a Seymour), tranne Capa, che ebbe la completa libertà d'azione in tutto il globo.

La mostra proponeva una serie di circa trenta immagini per ognuno di loro, sistemate in sale diverse, tutte rigorosamente in bianco e nero e corredate di pannelli informativi ed esplicative didascalie, ed offrono un saggio della eccezionale bravura di questi personaggi che hanno scritto sulla pellicola la storia, presentandosi sugli scenari di guerre e situazioni drammatiche negli anni '40 e '50.



La drammaticità delle ambientazioni e dei contesti, oltre ai soggetti fotografati, danno alle fotografie una carica emotiva notevole.

La guerra civile spagnola e lo sbarco in Normandia rappresentano il punto di forza della produzione di Robert Capa, tra le quali spicca la famosissima "Morte di un miliziano", gesto quasi teatrale di un soldato colpito a morte in Spagna.

Gli scatti eseguiti al seguito delle truppe alleate in Normandia sono pochi ma di altissimo impatto realistico.

Le foto dall'India di Cartier Bresson, presente in quel paese ai tempi dell'assassinio di Ghandi , documentano i colossali funerali del Mahatma seguiti da milioni di indiani attoniti e disperati. Le fotografie in bianco e nero, rese in modo realistico dalle inquadrature tipiche di Cartier Bresson rivelano tutta la drammaticità dell'evento.

I reportage dell'occupazione tedesca in Italia e Grecia durante la seconda guerra mondiale e i paesaggi post bellici dell'Europa di Rodger , ci fanno capire quale grado di distruzione e povertà sia rimasta nei luoghi oggetto delle riprese durante e dopo la fine della tremenda guerra.

Il reportage nel Sudan di Seymour, in seguito pubblicato dal National Geographic, riprende la vita della tribù Nuba e raccontava di una realtà molto lontana, che sconvolse i luoghi comuni relativi alle usanze e culture tipiche di quei territori, lontane nei tempi e nei modi di vivere tipici delle civiltà occidentali.

Una grande mostra, molto ben curata ed allestita da Marco Minuz, in cui la carica emotiva trasmessa è davvero forte, oltre ad essere una fonte di documentazione di grande qualità per quegli avvenimenti storici che tanti hanno raccontato e che pochi hanno documentato con immagini e testimonianze dirette, rischiando anche la vita. L'esempio lo ha dato Robert Capa che morì saltando su una mina antiuomo nel 1954 mentre documentava la guerra in Indocina.