Il maialetto sardo ci sarà. L'Expo 2015 sarà una vetrina internazionale che, oltre a coccodrilli e insetti vari, ospiterà anche l'esposizione di uno dei più gustosi piatti tradizionali sardi.
Per settimane la partecipazione del maialetto sardo all'Expo è stata più un miraggio che un'ipotesi, ma nonostante in secco "no" ricevuto, la Regione Sardegna non si è data per vinta. Il problema della peste suina (BSE), sollevato per negare la presenza del maialetto, è relativo. Prima di tutto perché non è in alcun modo trasmissibile all'uomo, in secondo luogo perché la carne proveniente dalla Sardegna sarà selezionata e trattata.
Selezionata perché i maialetti verranno forniti solo da allevamenti tracciati e certificati, quindi assolutamente sicuri. Trattata perché la carne, prima di essere inviata a Milano, sarà sottoposta a un processo di termizzazione che eliminerà del tutto qualsiasi (ed eventuale) presenza virale.
Adesso, fornite le prove affidabili sulla sicurezza alimentare, il Ministero della Salute ha dato un via libera a termine, per permettere all'economia sarda di sfruttare questi sei mesi di esposizione mediatica e superare, almeno per la durata dell'Expo, i problemi con cui le carni suine sarde sono costrette a combattere ogni giorno.
Superate le polemiche, di cui si era fatta portavoce anche Rita dalla Chiesa, adesso sarà possibile, per i visitatori, assaggiare "su porceddu" cotto come da tradizione: brace e spiedo, per poi adagiarlo su un letto di mirto.
Le graticole al di fuori degli stand comincino pure a riscaldarsi.
Una piccola vittoria quindi, una boccata d'ossigeno per un'attività (l'allevamento suino) che in Sardegna continua a resistere e che vorrebbe poter tornare, un giorno, a imbandire le tavole di tutto il mondo. Perché il problema è stato sollevato per il maialetto, ma in realtà comprende tutti gli insaccati di origine suina provenienti dalla terra sarda.
Non sapete ancora come arrivare all'Expo 2015? Mancano pochi giorni, il maialetto sardo vi aspetta.