Nelle "Metamorfosi" di Kafka il protagonista si sveglia una mattina e si ritrova nei panni di un gigantesco insetto: una trasformazione spaventosa che lo aiuterà comunque a vedere la vita da un'altra prospettiva. Non hanno certamente nulla a che vedere con gli scarafaggi, ma anche Kristen Stewart e Blake Lively, protagoniste dell’ultima pellicola di Woody Allen, ‘Cafe Society’, hanno decisamente cambiato pelle rispetto ai propri esordi. Kristen Stewart, ad esempio, è passata da "vampira della porta accanto" a "tomboy” del Cinema impegnato. A differenza di Gregor Samsa, comunque, i cambiamenti che hanno investito la giovane attrice non sono il frutto di un disegno divino nè di strane coincidenze del caso, ma arrivano da una decisione consapevole della diretta interessata.
Lineamenti delicati, lunghi capelli scuri e pelle diafana, la Stewart delle origini rappresentava una sorta di principessa Disney in carne ed ossa. Probabilmente influenzati dal suo bell' aspetto, i produttori continuavano ad offrirle ruoli da eroina romantica come ne 'Il Bacio che aspettavo' e, soprattutto, 'Twilight'. La favola era continuata grazie alla love story con Robert Pattinson, un amore nato sul set sotto tutti i migliori auspici: soldi, fama, successo e tantissimi cliché da rispettare.
Poi, improvvisamente, le cose cominciano a cambiare. Terminata la storia con Robert Pattinson, Kristen Stewart smette i panni di ragazza copertina di Hollywood: le stanno stretti, come i corsetti alle donne dell'800.
Decide di darci un taglio, in tutti i sensi: via i lunghi capelli corvini, via gli abiti eleganti e griffati, via i copioni da blockbuster che non la rappresentano. Qualcuno la etichetta come "maschiaccio", sindaca sulle sue preferenze sessuali e si chiede cosa sia successo alla Bella Swan che tutti avevano amato. Lei risponde con Camp X-Ray, Sils Maria, e soprattutto Still Alice, ruoli da outsider, piccole produzioni, ma tante, tantissime soddisfazioni che forse, nemmeno Twilight poteva regalarle: Kristen Stewart è stata la prima americana a vincere un Cesar, e poco importa se nel suo letto c'è un uomo o una donna o se nel suo armadio ci sono un paio di Converse o delle Manolo Blanhik.
Da quando sfilava per le strade di Manhattan con i vestiti griffati di Serena Van Der Woodsen, anche Blake Lively ne ha fatta di strada: l’attrice californiana ha ampiamente dimostrato di non essere la solita ‘belloccia bionda’ tutta capricci e poco talento, trasformandosi da ‘mancato’ Angelo di Victoria’s Secret in una sorta di Wonder Woman dello showbiz.
Chi riuscirebbe a districarsi tra una brillante carriera cinematografica, un matrimonio e (quasi) due figli con l'ex sciupafemmine Ryan Reynolds, e un ruolo in prima fila nel mondo delle fashion icon? Lei ci riesce, con un paio di Louboutin ai piedi, per giunta. ‘Tutti pazzi per Blake’ verrebbe da dire, e non si rischierebbe certo di cadere in errore: non a caso quel marpione di Karl Lagerfeld l’aveva scelta come testimonial già nel lontano 2011, e nemmeno Christian Louboutin aveva potuto resistere al suo fascino, tanto da dedicarle un paio di scarpe dal nome “The Blake”.
Al cinema, poi, le cose vanno pure meglio: ai tempi di Gossip Girl in molti avrebbero scommesso più facilmente sulla sua collega Leighton Meester per un luminoso futuro al cinema, e invece tutti, da Oliver Stone a Ben Affleck, fino all’indomabile Woody hanno preferito lei, questa ragazzona con la faccia da diva della golden age e il sorriso alla Julia Roberts, segno che forse, oltre alle misure da capogiro c'è effettivamente qualcosa in più.
Insomma, per quanto agli antipodi possano sembrare, Blake Lively e Kristen Stewart hanno in comune molto più di quanto ci si potrebbe aspettare, e forse, più che di metamorfosi, sarebbe giusto parlare nel loro caso di presa di coscienza: in fondo, entrambe sono sempre state così, semplicemente seguivano il copione sbagliato.