Era il 5 agosto di 54 anni fa e con Hollywood piangevano migliaia di ammiratori per la scomparsa di una delle donne più affascinanti e sensuali che il mondo avesse mai conosciuto: Marylin Monroe, la diva che oltre ad avere fatto sognare una intera generazione sarebbe rimasta per sempre il sogno irraggiungibile di molti uomini.
Un'icona senza tempo che continua ad affascinare uomini e donne
La bionda per antonomasia del cinema internazionale. La bella e superficiale giovane donna del ruolo dei suoi tanti film che, però, proprio nelle stesse pellicole dimostrava chiaramente di saper anche ballare, cantare e far ridere. Una cosa difficilissima che ancora oggi riesce a poche.
Nella vita reale è risaputo che Norma, alias Marylin, in realtà, era una donna tormentata e fragilissima, in cerca del vero amore e dell’affetto degli altri, cosa che l'ha portata a compiere spesso scelte del tutto sbagliate e a volte pericolose. Una persona emotivamente lacerata e lontanissima dai suoi personaggi cinematografici: l'attrice si impegnava molto, studiando recitazione e leggendo i classici della letteratura, ma la cosa che desiderava più al mondo era quella di diventare mamma.
Eppure un mito non si distrugge, anzi si alimenta di se stesso
Così è stato e continua ad essere per la Monroe anche nella mostra torinese dedicata proprio al suo mito e alla sua incredibile esistenza: la retrospettiva espone 150 oggetti personali appartenuti alla diva, molti dei quali provenienti dalla sua casa alla 5th Helena Drive in Brentwood, California, lasciati al suo maestro di recitazione e mentore Lee Strasberg. Vestiti, abiti, accessori, contratti cinematografici e soprattutto le fotografie inedite scattatale in privato e quelle ufficiali opera dei più grandi fotografi del tempo come Bernt Stern.
L’oggetto in mostra che più colpisce, però, è una lettera personale scritta dal campione Joe Di Maggio che poi divenne il suo primo marito e dove si legge la frase: "Ti amo e voglio stare con te". Una dichiarazione autentica e romantica che colpisce e fa sognare ancora, a quasi 60 anni di distanza.