Al Festival di Venezia il cinema italiano aveva di certo maggiori aspettative rispetto a come sono andate poi le cose, senza nulla togliere alla bravissima Federica di Giacomo, che ha vinto la sezione Orizzonti con "Liberami", unica opera italiana premiata. Difatti il Leone d'Oro è andato a Lav Diaz, con "The Woman who left", tratto dal breve racconto di Tolstoj "Dio vede quasi tutto ma aspetta", il Leone d'Argento per la miglior regia è stato vinto a pari merito da Amat Escalante e da Andrei Konchalovsky, la Coppa Volpi per i migliori attori è andata a Emma Stone e Oscar Martinez, e, infine, Tom Ford ha vinto il Gran premio della giuria.
"Liberami"
Il film-documentario di Federica Di Giacomo è stato notevolmente apprezzato al Festival perché è davvero profondo, bello nel suo genere e intelligente nelle modalità in cui è stato girato. Federica avrebbe potuto giocare su effetti speciali, sulla durezza di certe immagini, sul tentativo di colpire lo spettatore, e invece nulla di tutto ciò. La regista, pur avendo la disponibilità da parte di coloro che si recavano dall'esorcista di riprendere scene e discorsi, da antropologa seria e rigorosa ha dedicato ben tre anni a filmare solo quanto poteva essere effettivamente d'aiuto per conoscere il problema.
"Liberami" parte da una inchiesta che rileva un incremento notevole negli ultimi anni di richieste di esorcismo, tanto è vero che già Benedetto XVI aveva sollecitato ogni Diocesi a nominare almeno un sacerdote per questo particolare ministero e Padre Carmine Cataldo, che nel documentario ha il ruolo di "attore" principale, è uno di questi.
Il film della Di Giacomo termina con le immagini del sacerdote che partecipa ad un corso di formazione per esorcisti presso una delle istituzioni dipendenti dal Vaticano in cui ormai da qualche anno si susseguono corsi di questo tipo. A queste iniziative spesso partecipano anche psichiatri e medici che collaborano con sacerdoti esorcisti, e il loro operato è particolarmente utile se si tiene conto del fatto che molti dei sintomi connessi a schizofrenia, isteria, sono spesso simili a quelli di chi si sottopone ad esorcismo. Quest'ultimo, pertanto, deve restare l'"extrema ratio" dopo aver individuato i segni chiari e evidenti di una possibile presenza demoniaca, il cui segno più eclatante è costituito dalla cosiddetta avversione al sacro.