Si era a lungo parlato di un possibile sequel della serie ideata dal maestro David Lynch "Twin Peaks", una serie che ha anche ispirato il film dello stesso regista "Fuoco cammina con me" con Kyle Machlaclan. E di certo in molti ricorderanno il tormentone degli anni '90 "Chi ha ucciso Laura Palmer".
La storia produttiva della nuova serie è stata lunga e tortuosa e ci sono state delle volte in cui il progetto sembrava sempre sul punto di andare in porto, salvo ripensamenti del regista più ribelle di Hollywood (famosa è la sua citazione: "Il film è mio e ci metto tutti i conigli che voglio").
Ebbene, pare che alla fine "Twin Peaks" non si farà. La causa sembrerebbe essere quella delle troppe ragioni di marketing a cui il regista non ha intenzione di sottostare:
'Troppo marketing rovina completamente l'esperienza'
E non è tutto: questa logica vale per "Twin Peaks" in generale e per tutto il Cinema in particolare. Il regista annuncia inoltre anche il ritiro definitivo dalle scene: "I tempi sono cambiati. Tanti film non vanno bene a box-office anche se, sulla carta, sarebbero dovuti essere meravigliosi e quelli che vanno bene non sono proprio quelli che mi piacerebbe fare". Così il regista ha spiegato il suo abbandono.
In effetti, che il regista fosse piuttosto reticente al compromesso con le majors hollywoodiane è cosa nota e questo lo ha contraddistinto fin dagli inizi della sua carriera. D'altronde, negli anni, è diventato anche più lento a sfornare nuovi film. Tuttavia, prima d'ora non aveva mai affermato di essersi ritirato.
Il suo ultimo film rimarrà dunque 'Inland Empire- L'impero della mente'
L'ultimo film del regista di film che hanno rivoluzionato il cinema nordamericano quali "Velluto Blu", "Strade perdute" e "Mulholland Drive" rimarrà il complesso "Inland Empire- L'impero della mente", film presentato fuori concorso al Festival di Venezia nel 2006. E pensare che, mentre lui abbandona, l'attesa del suo pubblico e soprattutto l'influenza che ha avuto sugli altri registi è ancora forte.
Non solo il premio Oscar "Birdman" era un film fortemente lynchiano, ma di recente si è parlato anche di un remake del suo unico flop, "Dune", che dovrebbe essere ri-diretto da Denis Villeneuve ("Arrival").
Un regista molto amato dalla critica e da un pubblico di nicchia che ha collezionato pochi ma importanti premi, la Palma d'oro a Cannes per "Cuore selvaggio" e il Prix de la mise en scène per "Mulholland Drive", e tre candidature agli Oscar ("The Elephant Man", "Velluto Blu" e "Mulholland Drive") senza alcuna vittoria.