"Impiegato, lei conosce il nostro ambasciatore di Germania? Il Conte Otto Von Hubersteiner!"; "Heil Hitler! Mi scusi..."; "Può chiamare me solo Otto", "No, no, almeno nove", "Eh... dieci", "Undici", "Dodici". Alla fine la spuntò fantozzi: "30 e lode, tiè!". Questa mattina è venuto a mancare, all'età di 84 anni, uno dei personaggi più straordinari dello spettacolo italiano: Paolo Villaggio. Con il dialogo di cui sopra, racchiuso in una delle scene più esilaranti del cinema nostrano, vogliamo ricordare il più celebre personaggio ideato e interpretato magistralmente dall'attore e scrittore genovese: il Ragionier Ugo Fantozzi.

Fantozzi, personaggio dai molti volti

Paolo Villaggio, nella sua lunghissima carriera, è riuscito a farsi amare da chiunque, sia piccoli che adulti, di ieri e di oggi.

Nel 1971, con il suo primo libro che descrive le disavventure del Ragionier Fantozzi, vende oltre un milione di copie e il primo film della serie omonima è stato addirittura inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare. Il Ragioniere è un personaggio al contempo semplice, ma complesso: sfortunato, inetto e vittima dei prepotenti, viene portato come esempio dell'uomo medio vessato dalla società e alla continua ricerca di un riscatto. I dialoghi e le ambientazioni sono sempre esasperati, al limite del grottesco, quasi surreali e per questo alcuni spettatori hanno giudicato questa serie non troppo divertente.

Un contesto ironico e amaro

Analizzando bene tutto il contesto, però, ci si accorge dell'ironia sottile e amara, che descrive perfettamente la condizione dell'impiegato medio di quegli anni.

Il personaggio di Fantozzi , sempre accompagnato dal fedelissimo Ragionier Filini, non si lascia sfuggire nemmeno un pizzico di black humor, mettendo in ridicolo anche le situazioni più tragiche nella vita del Ragioniere: la morte, la schiavitù nella "Megaditta", un tradimento e la rassegnazione.

Un'altra delle caratteristiche dei film riguardanti Fantozzi, è quella della voce fuori campo, dello stesso Villaggio, che si riferisce al Ragioniere sempre in terza persona e con un tono tragicomico e rassegnato a ciò che accadrà.

Questa particolarità può essere interpretata come una consapevolezza, insita nel personaggio, del fatto che qualunque cosa faccia, non potrà mai cambiare il corso degli eventi, anzi cerca di far accadere il tutto nella maniera più ridicola possibile, magari per strappare un sorriso a qualcuno. Con un personaggio del genere, sicuramente Paolo Villaggio ci ha lasciato un'eredità preziosa che ci permetterà di mantenerlo in vita ancora per molti anni. Quindi, "vadi Ragioniere, vadi pure...".