“Ogni goccia di pioggia che cade nutre la terra, così come ogni goccia mancata la inaridisce. Ogni vita è utile in tal senso, ogni lacrima, ogni stilla di sudore, ogni risata, ogni parola rimarrà per sempre a nutrire o inaridire la terra sulla quale abbiamo camminato”. Sono le righe di apertura del romanzo Stupro. La ragazza sporca di Stefania De Girolamo, frasi che anticipano il messaggio profondo che l’autrice ha voluto consegnare al lettore.
Un romanzo edito da Edizioni del Poggio, di narrativa contemporanea.
Rinascere dalle ceneri della violenza
Questa storia parla di dolore e di rinascita, del segno che lasciamo nel mondo anche dopo che ce ne siamo andati. Parla dei gesti di crudeltà che distruggono l’armonia della terra, e dei gesti di bontà che contribuiscono a mantenerla. La storia di Monica ha da insegnare qualcosa di importante a tutti: a chi condanna senza criterio le donne vittime di violenza, a chi sottovaluta il peso emotivo che devono portarsi dietro, a chi si volta dall’altra parte e a chi purtroppo quella stessa brutalità l’ha subita.
Monica ha solo sedici anni quando conosce sulla sua pelle la cattiveria umana: sedici anni cancellati dalla violenza di gruppo, da animali che si cibano della sua gioventù e delle sue speranze, che la lasciano violata, terrorizzata e sola sulla strada. Monica abbraccia l’albero che è stato testimone muto del suo dolore indicibile; Monica non si alza, non urla, si aggrappa all’albero che diventerà metafora della sua anima ferita. La pianta infatti deperirà giorno dopo giorno fino a morire, intossicata da tutta quella violenza, da tutta quella sofferenza. Come il terreno calpestato dai soldati in guerra assorbe il sangue delle vittime e diventa per sempre un luogo di morte e disperazione, così l’albero si immola ed assimila il trauma di Monica.
Ma non basta a salvarla, non basta a curare le ferite di una giovane che non trova neanche in famiglia il supporto di cui ha bisogno.
Il dolore può essere cancellato solo da sé stessi
Stupro. La ragazza sporca è una storia crudele non solo a causa della violenza raccontata, ma anche per ciò che Monica dovrà imparare in seguito: che nessuno può lenire il suo dolore se non lei stessa, che nessuno comprenderà davvero il vuoto che si porta dentro. La ragazza crescerà in un clima di omertà e pregiudizio, chiudendosi sempre più in sé stessa, sentendosi sporca e responsabile di ciò che le è accaduto, finché non deciderà che è il momento di riprendersi la sua vita. Questo romanzo riflette sulla solitudine che le vittime di stupro provano, sulle incomprensioni che le accompagnano, e sul difficile percorso che precede la faticosa risalita verso la luce.