Sono parole con ogni probabilità destinate a far discutere quelle pronunciate il 12 novembre da Gué Pequeno, nell'ambito di un'intervista concessa al Corriere della Sera.

Nel corso della conversazione il rapper ha stilato una lista delle icone del Rap italiano – includendo però soltanto sé stesso, Marracash e Fabri Fibra – respingendo inoltre le accuse di omofobia diffusamente rivoltegli negli ultimi mesi, dopo alcune critiche mosse nei confronti di Ghali.

Durante la chiacchierata con Matteo Cruccu, il Golden Boy del rap italiano si è raccontato – come di consuetudine – senza peli sulla lingua, anche e soprattutto dal punto di vista personale, affermando a chiare lettere di aver provato a costruirsi una famiglia in passato, ma di non esserci riuscito: "L'hip hop ti trasforma in Peter Pan", ha spiegato.

Gué Pequeno ha inoltre ammesso di aver accusato dal punto di vista psicologico l'obbligata distanza dai fan nel corso del 2020, sostenendo di aver avuto "momenti di depressione", ma di essersi poi ripreso.

La triade iconica del rap italiano secondo Gué Pequeno: 'Io, Marracash e Fabri Fibra'

Non sono mancate ovviamente domande velatamente più provocatorie, come quella con cui Croccu ha voluto chiudere l'intervista.

Subito dopo aver sentito lo storico membro della Dogo Gang auto-definirsi "Peter Pan", il giornalista ha infatti voluto ricordargli come, secondo l'opinione di qualcuno, sarebbe diventato ormai "troppo vecchio" per fare il rapper.

Da qui è scaturita una riflessione di Gué Pequeno, conclusasi con un ristretto elenco dei rapper iconici in Italia – quindi non i "tre più iconici", bensì gli unici tre a poter essere definiti tali – secondo l'opinione dell'artista milanese. Una lista elitaria che, stando a quanto dichiarato, includerebbe soltanto Marracash e Fabri Fibra, oltre allo stesso Gué.

Queste le sue parole:

"Troppo vecchio per fare il rapper? Questa è una visione tutta italiana: i grandi rapper stranieri che prendo come riferimento sono tutti più anziani di me. Voglio essere iconico, siamo in pochi così: io, Marracash e Fabri Fibra. E finché continuo a vendere dischi e tutti i nuovi vogliono fare un pezzo con me, vuol dire che non sto rompendo i co....i a nessuno".

Il commento sulle polemiche con Ghali: 'Questione estetica e culturale, non legata alle scelte Lgbt'

Nel corso dell'intervista c'è stato spazio anche per un commento sulle accuse di omofobia ricevute da Gué Pequeno a giugno, dopo aver criticato l'outfit di Ghali a un evento mondano. Il rapper ha voluto precisare il senso della sua critica, rispondendo al mittente le accuse e respingendo l'interpretazione di omofobia data da qualcuno alle sue parole.

"Il politically correct è un’ossessione dittatoriale – ha spiegato Gué Pequeno – in quel caso si trattava di una questione estetica e culturale, non legata alle scelte Lgbt. Stavo solo dicendo che non andrei in giro vestito di fucsia, con un pennacchio in testa. Perché si potrebbe pensare che, non avendo niente da dire, vestendomi in modo assurdo potrei far parlare di me".