I tic sono dei movimenti involontari, improvvisi, che si ripetono sempre uguali e che rappresentano uno dei tanti modi in cui il nostro corpo esterna un disagio. Possono essere divisi in due categorie, quelli transitori (in genere colpiscono gli occhi e il volto in generale) e quelli cronici, come per esempio la balbuzie.

Ancora oggi la causa scatenante è sconosciuta, anche se la scienza li ha spesso associati a problemi di carattere neurologico.

La correlazione con i problemi alimentari

Esistono studi che correlano la manifestazione dei tic a problemi di carattere alimentare, come per esempio associare nei bambini la mancata colazione con disturbi depressivi e angoscianti. I disordini dell'umore associati all'alimentazione non sono certo una novità.

I tic possono essere lievi e spesso passeggeri, ma anche ripetitivi e nei casi più gravi patologici. La maggior parte di noi ha sofferto di tic nervosi in periodi più stressanti, come mangiarsi le unghie o toccarsi continuamente i capelli.

I significati e le cause dei tic più diffusi

L’onicofagia, ovvero l’abitudine di mordersi le unghie o le pellicine delle dita, rappresenta una condizione di aggressività auto diretta, ovvero la mancanza di autostima e l’incapacità di affermarsi sugli altri.

Non riuscendo ad essere assertivi con gli altri, si tende a dirigere l’aggressività verso noi stessi. Sicuramente, un modo per smettere di mangiarsi le unghie è quello di curarle, per averle perfette e sempre al top.

L’occhiolino, forse il più diffuso, rappresenta l’incapacità di prendere l’iniziativa. Si manifesta anche quando al soggetto è stato imposto un forte controllo di sé, che viene quindi contrastato dal movimento involontario che somatizza il senso di ribellione.

La tricotillomania, cioè l’abitudine di toccarsi troppo i capelli, esprime un forte bisogno di affetto e attenzione. Spesso è causato da ansia e paura nell’ambito della sfera sentimentale e per questo motivo è maggiormente sviluppato nei bambini.

Arrotolare capelli tra le dita è anche sintomo di timidezza e fragilità.

Allo stesso modo, deglutire spesso, è sintomo di imbarazzo e senso di colpa. Anche mordersi le labbra può alla lunga diventare un tic nervoso e spesso manifesta una repressione dei sentimenti aggressivi.

Muovere le gambe in maniera frenetica (a volte anche mentre si dorme) manifesta la volontà di scappare da una situazione che crea malessere. Gli ultimi, e forse tra i più disagianti, sono i tic vocali, come per esempio tossire o raschiare la gola e nei casi più gravi ripetere un suono più volte. Questi tic indicano spesso sentimenti di rabbia e paura, anche a seguito di un trauma. Un esempio calzante è quello di un bambino che dopo il morso di un cane cominciò ad abbaiare involontariamente.

Per concludere, se escludiamo i casi patologici e più gravi, è importante dire che a cure e trattamenti farmacologici, oggi si preferisce un approccio di tipo psicologico, come i gruppi di sostegno in cui è possibile incontrare e confrontarsi con persone con disturbi simili.