Ogni strumento musicale ha una propria specifica accordatura, tramite la quale creare delle combinazioni di suoni, che siano scale o accordi, in perfetta armonia (nel senso musicale del termine). La scoperta di accordature aperte o, come si dice adattando un anglicismo, droppate, risponde alla necessità di agevolare sonorità e posizioni meno ortodosse senza sacrificare, anzi agevolando, la praticità nell'esecuzione di un brano.
Torniamo alle origini del fenomeno: secondo una leggenda non attestata da fonti storiografiche riportata da Wikipedia, gli slack guitarists hawaiiani avrebbero ricevuto la conoscenza della chitarra da cowboys messicani nel tardo XIX secolo, evolvendo in via autonoma un proprio stile caratteristico.
Allo scopo di fabbricare strumenti con materiali di recupero, e spesso di dimensioni ridotte, svilupparono accordature ribassate o alterate che sarebbero divenute molto famose con l'ascesa del delta blues. L'impiego massiccio di slide guitar e altri strumenti a tre o quattro corde, nei primi del Novecento, diede modo ai musicisti di far conoscere al mondo accordature aperte come la open G e la open D, in cui l'abbassamento di un tono di diverse corde permetteva di suonare accordi liberi (cioè senza la mano sinistra sul manico) pieni, maggiori e minori e finanche di settima, nonché di ottenere diverse combinazioni con maggior rapidità e minor dispendio di forze. Lo stesso Keith Richards, sulle orme di leggende del blues come Robert Johnson, adotta queste soluzioni in svariati pezzi degli Stones.
Nello stesso periodo musicisti country e blues sviluppano accordature Drop D, in cui la singola sesta corda viene abbassata di un tono per creare un timbro più scuro e profondo e accompagnare scale altrimenti non raggiungibili con chitarra standard. Anche nel rock degli anni Settanta e Ottanta verranno via via sfruttate soluzioni eterodosse come le due varianti della Drop C (sesta corda abbassata in Do, o quinta e sesta corda abbassate in Sol e Do): queste ultime due formule verranno ampiamente sfruttate nei sottogeneri estremi del Punk e del Metal, poiché i power chords eseguiti con semibarré alto del solo dito indice velocizzavano ulteriormente l'esecuzione dei brani.
Per citare pochi nomi fondamentali potremmo portare gli esempi di gruppi come Melvins e Soundgarden, gruppi Alternative e iniziatori del Grunge; fino ad arrivare a Tool, Helmet e, a ridosso dei primi anni '90, Rage Against The Machine (esempio di scuola di Drop D è la notissima Killing in the name tratta dal loro primo album).
L'ossessione per la pesantezza e l'oscurità di band sperimentali come i Meshuggah spingerà oltre i confini di utilizzo delle accordature Drop di anno in anno, di pari passo con la creazione di scale ad ampi intervalli e atonalità con chitarre a sette o otto corde spesso dotate di doppio drop nelle ultime due: facile così scendere al Drop G o al Drop E, esattamente un'ottava sotto la chitarra standard e ai confini col rumore bianco. Il gruppo citato verrà preso ad ispirazione per la creazione di un genere separato di Alternative Metal, il Djent.
Sarebbe sbagliato, comunque, confinare al solo ambito estremo le recenti fortune delle accordature Drop o aperte: Everlong dei Foo Fighters e Iris dei Goo Goo Dolls sono esempi di pop-rock contemporaneo di grande successo commerciale realizzato con queste strutture, continuando così la fama di soluzioni musicali nate per realizzare musica con mezzi di fortuna e in condizioni avverse.