Fa ancora discutere il crollo del Ponte Morandi, con le responsabilità che sembrano rimbalzare da una parte all'altra. Il ponte, costruito tra il 1963 e il 1967, su un progetto dell'ingegnere Riccardo Morandi, collegava il Nord Italia con il Sud della Francia ed era il principale asse stradale della città di Genova. Erano le 11.36 dello scorso 14 agosto quando il Viadotto Polcevera, meglio conosciuto come Ponte Morandi, è crollato parzialmente, provocando ben 43 vittime. Da quel momento in poi, c'è stato un susseguirsi di indagini e verifiche da parte delle autorità, per capire quali sono siano state le cause di un crollo così importante e di chi sia stata la colpa.

Secondo quanto pubblicato dal giornale L'Espresso, esiste una lettera datata 28 febbraio 2018, in cui viene richiesta un'accelerazione delle procedure per l'approvazione delle opere di rinforzo strutturale del ponte.

La lettera del 28 febbraio 2018

La lettera, firmata dal Direttore per la Manutenzione di Autostrade, Michele Donferri Mitelli e indirizzata al Ministero delle Infrastrutture, sembra dichiarare lo stato di allerta per il Ponte Morandi e richiede un'accelerazione di tutte quelle che sono le procedure di approvazione del progetto esecutivo di rinforzo. Nella lettera si stima che le procedure di approvazione non possano concludersi prima dei 13-15 mesi e che l'intervento di rinforzo strutturale non riesca ad iniziare prima della seconda parte del 2019, se non addirittura all'inizio del 2020.

Secondo il giornale L'Espresso, questa lettera, rappresenta un chiaro segnale di allarme, essendo tra le 5 lettere scritte al Ministero tra il 6 febbraio e il 13 aprile 2018. La Società Autostrade si difende, dichiarando che non si tratta di una lettera di allarme, ma solo di una richiesta di accelerazione delle procedure burocratiche.

Nel frattempo, il ministro dei trasporti Danilo Toninelli fa sapere su Twitter che il Ministero delle Infrastrutture è totalmente a disposizione delle autorità per le indagini in corso e che è importantissimo riuscire a far chiarezza sul passato. Inoltre, tra i documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza, spunta una relazione dello stesso Ingegnere Riccardo Morandi, degli anni ottanta, in cui si mostra stupito e deluso dal veloce degrado dei materiali utilizzati.

Lo stesso ingegnere, all'epoca della costruzione, aveva avvertito circa la necessità di una costante manutenzione dell'opera.

Dalle ultime indagini, sembra che la causa del crollo sia dovuta ad una bolla d'aria all'interno del tirante in calcestruzzo. che avrebbe provocato un degrado anticipato.