Sono i locali "Child Free" o "No Kids Zone" oppure "vietati ai bambini", e di conseguenza alle famiglie. Sono locali, ristoranti o alberghi in cui è vietato l'ingresso ai bambini, e stanno aumentando di numero anche in Italia. Sono già oltre 400 in Europa e si moltiplicano sempre più anche qui da noi. Al fianco di attrezzati kinderhotel, con giochi e strutture per il divertimento dei bambini, e di locali che offrono aree bimbi o anche solo qualche gadget ai piccoli clienti per passare il tempo, da qualche anno aumentano i locali in cui, al contrario, si vieta l'ingresso ai ragazzini.

Fino a qualche anno fa sembrava indice di società avanzata quella che pensava ed offriva servizi, grandi o piccoli, (come i fasciatoi nei bagni pubblici dei papà), anche per i suoi cittadini più piccoli ed indifesi. Oggi la rotta sembra essere cambiata. La scelta di non avere figli ha portato una sensibilità diversa. E gli ambienti pensati solo per gli adulti sono sempre più richiesti.

Alcuni responsabili di locali si appellano all'ingombro di passeggini o carrozzine e altri al diritto dei loro clienti di passare un po' di tempo rilassandosi in tranquillità. Sono soprattutto le strutture di lusso ed i resort esclusivi ad usufruire di questo, come dicono alcuni gestori, servizio aggiuntivo che si va a sommare agli altri offerti dalla struttura.

Ma non solo. E le prenotazioni aumentano.

Cosa dice la normativa

E' del 1940 la legge per le norme di sicurezza a cui si fa riferimento per i locali pubblici e vieta agli esercenti di rifiutare gli avventori senza un motivo giustificato, ad esempio persone in evidente stato di ubriachezza o chi ha, in passato, creato problemi pubblici.

Le regole base, insomma, sono legate alla sicurezza, all'ordine e all'igiene. Ma se i locali sono pubblici, significa che chiunque ha il diritto di entrarvi e questi divieti diventano discutibili, almeno fino ad un aggiornamento della normativa.

Eppure questi locali sono ben visti e frequentati. La causa di questo apprezzato divieto sta sicuramente nella maleducazione di alcuni bambini.

A volte i bambini urlano, corrono, non stanno fermi, colpiscono le sedie altrui, piangono...insomma, fanno i bambini anche dove occorrerebbe un comportamento più consono e rispettoso. Allora, forse, la colpa non è dei bambini e i cattivi non sono gli esercenti. Forse qualche genitore dovrebbe farsi più scrupoli ed abituare i propri pargoli a seguire semplici regole di comportamento se non si vogliono limitare le proprie uscite sociali. In questo modo, oltre a bambini rispettosi, si avranno, in futuro, adulti educati, poiché, purtroppo, la crescita dell'età non è affatto garanzia di finezza e galateo.